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    Juvemania. Dopo Agnelli è evidente: il confronto decisivo è Conte-Marotta

    Juvemania. Dopo Agnelli è evidente: il confronto decisivo è Conte-Marotta

    • Gianluca Minchiotti
    Andrea Agnelli ieri ha posto fine, dal suo punto di vista, al 'caso Conte'. Carezze e messaggi, come giustamente è stato scritto. Punto uno: Agnelli ha almeno la stessa voglia di vincere di Conte, ma le certezze non si possono dare a nessuno. Punto due: Conte è un grandissimo allenatore, ma la società Juventus non è da meno. Punto tre: la Juventus ha vinto prima di Andrea Agnelli e vincerà anche dopo lui. Implicitamente: la stessa cosa vale per Conte. Punto quattro: le decisioni di mercato spettano in primis a Marotta, che poi ne discute con Paratici, con Nedved, con Conte stesso, "che è parte integrante di queste decisioni". Questo ha detti Agnelli, passando la palla al tecnico. 
     
    Riavvolgendo il nastro temporale di quanto è successo, però, è evidente che le parole di Agnelli non hanno ancora convinto Conte. Perché se il colloquio fra i due, come ricordava lo stesso Agnelli, è avvenuto a metà della scorsa settimana, le ultime parole di Conte, ancora dubbiose sul suo futuro, sono arrivate sabato e domenica, quindi successivamente al vertice con il presidente bianconero.
     
    Se ne deduce che non è dal confronto con Agnelli che dipende la decisione di Conte sulla permanenza o meno alla Juventus, ma bensì dal rapporto con le altre componenti della società, Marotta in particolare. In un certo senso, quando Agnelli dice che Conte è "parte integrante" delle decisioni di mercato, di fatto lo promuove, nella direzione dell'allenatore-manager voluta dal mister salentino (LEGGI: Juvemania. Conte vuol fare il manager. Ma alla Juve l'allenatore di solito è un 'impiegato'). Ma Agnelli dice anche, nella stessa frase, che le strategie di mercato, "in primis", sono delegate a Marotta
     
    Sarà questo dunque il vero confronto: Conte-Marotta. Un colloquio dal quale il tecnico-manager bi-campione d'Italia vorrà ricavare delle certezze e trarre le sue conclusioni. Conte non vuole più gli Elia, i Bendtner, gli Anelka: vuole la certezza di avere campioni per POTER ri-vincere in Italia e puntare a farlo in Europa. La certezza di vincere EFFETTIVAMENTE poi, ha ragione Agnelli, non ce l'ha mai nessuno... 

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