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    Juvemania, la corsa Scudetto è un'illusione? La squadra di Motta continua ad avere due volti

    Juvemania, la corsa Scudetto è un'illusione? La squadra di Motta continua ad avere due volti

    • Cristiano Corbo
    Accettato che sarà un'avventura fino all'ultimo, ora l'obiettivo è non scottarsi troppo sotto questo sole. Le quattro vittorie consecutive hanno restituito un'immagine diversa della Juventus: una squadra che continua a imporsi di corto muso, ma soprattutto che ha reagito con carattere all'eliminazione di Eindhoven. Un primo, fondamentale traguardo è stato raggiunto: evitare che la giovane età della rosa si traduca in fragilità mentale. Solo il tempo dirà se i recenti segnali positivi saranno l'ennesimo fuoco di paglia o se qualcosa, almeno in campionato, sia davvero cambiato. I dubbi restano legittimi.

    E si alimentano di quello che vediamo, percepiamo, analizziamo. Anche a Cagliari, la Juve ha mostrato due facce: dominante in un tempo, irriconoscibile nella ripresa. “Gli esseri umani, così come noi li incontriamo, sono un miscuglio di bene e di male”, scriveva Stevenson ne Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde. Un dualismo interiore, un'anima doppia. Ecco, la Juve è esattamente questo: un continuo alternarsi di volti, un'incognita costante. Ma non è solo una sua caratteristica.

    Juvemania, la corsa Scudetto è un'illusione? La squadra di Motta continua ad avere due volti


    È, in fondo, il campionato stesso a presentarsi così. L’ultima giornata ne è stata l’ennesima conferma: il Napoli si è fermato, l’Inter ci è andata vicina. A parte l’Atalanta, le dirette concorrenti della Juventus hanno perso terreno, e i bianconeri ne hanno approfittato, conquistando il quarto posto in solitaria. Un modo più concreto per dire di essere in linea con gli obiettivi stagionali, pur avendone già mancati alcuni. Ma c’è chi, nel tentativo di riscrivere la narrazione, guarda oltre la zona Champions. Guarda persino in alto.

    Il paradiso, ovviamente, sarebbe quel primo posto che oggi dista otto punti. Restano dodici partite, trentasei punti ancora in palio. Sognare non costa nulla. Eppure, in questo momento, ragionare in ottica scudetto sarebbe controproducente. Certo, né Motta né Gatti hanno chiuso la porta al sogno rifugiandosi nel classico "partita dopo partita", ma alla Continassa la priorità è una sola: consolidare il ritorno in Champions. Un traguardo che vale più di tutto, per il bilancio e per il blasone.

    Se la mancata qualificazione agli ottavi sarà in parte compensata dagli introiti del Mondiale per Club, un’eventuale discesa in Europa League – o peggio, in Conference League – rappresenterebbe una mazzata sulla ricostruzione. La carestia di vittorie di oggi serve per avvicinarsi ai fasti del passato, ma se il percorso diventasse ancora più accidentato, la fatica e le difficoltà aumenterebbero esponenzialmente. Insomma, un disastro.

    Forse è anche per questo che nessuno ha spento i sogni. Forse è per questo che la Juve si è concessa il lusso di lasciarsi cullare dall'illusione, almeno per una notte. Una notte in cui Eindhoven è diventato un ricordo e non più un incubo da insonnia. Una notte in cui Motta e i suoi hanno trovato una scintilla di consapevolezza. Quei "perché no?" che spesso sono la benzina di ogni impresa. Sarà difficilissimo, certo. Ma, appunto: perché non provarci?


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