Juve, stavolta non finirà come con Calciopoli
Non ho informazioni segrete da Torino, non conosco la nuova dirigenza, i rapporti con l'ex Real Casa o si sono raffreddati o sono antecedenti a John Elkann, fatto sta che "ci difenderemo con tutte le forze", un mantra del presidente Ferrero, significa una sola cosa: che la Juve, alla fine delle sentenze sportive, si rivolgerà alla giustizia amministrativa con la possibilità di far saltare il banco.
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Nel 2006 ero direttore di Tuttosport e vissi il periodo di Calciopoli studiando carte e valutando ipotesi. Il mio mestiere non è occuparmi di sentenze, ma di accertare la verità e, se possibile, di anticipare le conclusioni. Ricordo bene l'alzata di scudi della stessa Juventus quando si parlava di rivolgersi al Tar. Era tutto uno smentire, uno sminuire, un rettificare. Se, infatti, da una parte c'era chi premeva (la tifoseria più avvertita, per esempio), dall'altra si percepiva nettamente il fastidio per un'eventualità che sembrava andasse ad infrangere un patto.
Non ne ho mai avuto la prova, altrimenti l'avrei scritto, ma credo che a Coni e Federcalcio, la dirigenza e la proprietà bianconere avessero assicurato fedeltà alle carte federali in cambio di un trattamento meno cruento rispetto alle richieste iniziali. Il procuratore federale Palazzi in prima istanza chiese la serie C, alla fine fu serie B con penalizzazione di nove punti. Una differenza non da poco.