Juve-Roma alla resa dei conti per Dzeko: la fretta di Pirlo, la chiave Milik e le alternative di lusso
LA SITUAZIONE. La Juve in questi giorni ha portato a termine la tela per convincere Dzeko e il club giallorosso. Per il giocatore è pronto un contratto alle stesse condizioni attuali, una spesa del tutto simile a quella che per ora la Juve sostiene per Higuain, tra bonus e parte fissa si parla di circa 7,5 milioni netti a stagione. Ma per due anni. La possibilità di un ultimo giro di giostra per provare a vincere tutto, avrebbe infine convinto il bosniaco a decidere di lasciare Roma. La trattativa tra club intanto potrebbe essere giunta al punto di volta: 12 milioni ai giallorossi, tra parte fissa (10 milioni) e bonus facili (2 milioni). Doppia intesa raggiunta, eppure non basta. Perché restano altri due nodi piuttosto delicati da sciogliere. Il primo interno a Trigoria: serve ancora un confronto diretto tra Dzeko e la dirigenza, anche a livello di immagine non è chiaro su chi debba ricadere la “colpa” della separazione, il capitano di sicuro non vuole passare per un fuggitivo anche perché non lo è di certo e lo ha già dimostrato. Il secondo è esterno: la Juve deve tirarsi indietro definitivamente dalla corsa per Milik (accordo col Napoli individuato sulla base di uno scambio con Riccardi e Under), l'erede designato di Dzeko che crede ancora di poter vestire il bianconero in seno alla promessa di qualche settimana fa anche a costo di arrivare a Torino solo a parametro, ma per sbloccare tutto sarà necessario che Fabio Paratici comunichi ufficialmente al polacco e al suo entourage che dopo la staffetta Sarri-Pirlo è cambiato tutto. E che anzi è necessario che accetti la Roma, altrimenti tutto sarà stato mosso per non spostare nulla.