Juve, Rincon: 'Un sogno diventa realtà' VIDEO
SOGNO - "Essere qui è un sogno che diventa realtà. Ora subito al lavoro per raggiungere i risultati"
TRATTATIVA - "Non ho mai avuto nessun dubbio, appena sentito il nome della Juve ho subito deciso di venire qui. La Roma? Può rispondere solo il mio procuratore, io solo dopo la sosta mi sono interessato al mercato e appena ho sentito della Juve ho deciso subito".
GENOA-JUVE - "Partita particolare, la Juve arrivava dalla gara dispendiosa col Siviglia ma per noi era stata una grande vittoria. Nei primi minuti avevamo segnato velocemente due gol, eravamo molto motivati e battere i più forti è sempre un onore. Non so cosa avrei detto se fossi già stato alla Juve".
CAMBIAMENTI - "Sto cercando di adattarmi in fretta, tutto nuovo. Darò sempre il massimo, per me è un onore essere qui e mi metterò a disposizione, lavorando tanto e cercando di vincere sempre".
PRIME IMPRESSIONI - "Tutto molto positivo, accolto molto bene. Questi son stati giorni di test, qualcuno arriva prima e qualcuno dopo. Questo club è una famiglia, per me è un onore essere qui. Buffon è un esempio, il portiere più forte al mondo. Tanti sudamericani, non sarà difficile adattarmi. Conoscevo Sturaro e Mandragora, ma conoscevo già tutti".
MAGLIA - "Ho scelto il 28, uno di quelli a disposizione. Mi è sempre piaciuto l'8, ma è di Marchisio. E' anche la mia età, per poco, ma per questo ho scelto il 28".
GREGARIO - "Sono a disposizione della squadra, farò quello che serve. La posizione non dipende da me, lavorerò per farmi trovare pronto e dare il massimo. Ho salutato il mister ma non abbiamo ancora parlato del mio utilizzo, son stati giorni di ripresa e lavori differenziati. Sto lavorando, sono in forma".
VENEZUELA - "Per il mio Paese è una cosa meravigliosa il fatto che un giocatore sia alla Juventus, aprirà tante porte a tutto il movimento venezuelano e sono orgoglioso di portare nel mondo la mia bandiera. Spero che a partire da oggi la Juventus possa avere trenta milioni di tifosi in più".
GENERAL - "Quando ero in Germania, un po' i giornalisti e un po' i compagni mi chiamavano così. E' rimasto, mi piace. Penso che ognuno di noi ha un leader dentro di sè, io cerco di prepararmi perché i giocatori devono crescere come persona, anche in Nazionale sono capitano ed essere d'esempio per i giovani. Ma ho l'umiltà sufficiente per capire che ora devo imparare tanto dai miei nuovi compagni, qui son tutti campioni e devo solo lavorare".
SACRIFICI - "Ho fatto un lungo percorso, tenendo in vita il mio sogno e avendo sempre in testa i miei obiettivi. Cinque anni in Germania mi son serviti tanto, in Italia mi ha fatto crescere moltissimo un grande allenatore come Gasperini che ringrazierò per sempre, il Genoa è stato l'ambiente giusto per me".
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