Juve: non sarà Calciopoli-bis, ma la giustizia parallela e totalitarista colpirà di nuovo come vuole la Figc
È praticamente certo, basta leggere le 75 pagine scritte dal Collegio di Garanzia del Coni per motivare la propria sentenza dello scorso aprile, quella con la quale sospese momentaneamente la penalizzazione in classifica di 15 punti chiedendo a Procura federale & CAF di rimodularla, e in tanti esultarono. Adesso sappiamo per quale motivo lo fece: essendo stati assolti alcuni dirigenti bianconeri non apicali, all’oscuro delle manovre di bilancio, sarà necessaria una rimodulazione della sanzione precedentemente irrogata.
Non saranno di nuovo 15 i punti che verranno ritolti in classifica, probabilmente si tornerà ai 9 proposti all’inizio dallo stesso procuratore Chiné, di sicuro ne verranno sottratti quanti ne serviranno alla CAF per rendere afflittiva la pena. Perché il concetto di base, “la Juve deve finire dietro la Roma” ossia fuori dalla zona Coppe, resta ancora valido.
A scorrere le motivazioni del CONI, è davvero difficile trovare spiragli per una via d’uscita, essendo stato confermato ed approvato in toto anche dal Collegio di Garanzia l’intero impianto accusatorio costruito dalla Procura Federale. Tutti i motivi di ricorso formulati dai legali juventini vengono respinti e ritenuti infondati, impedendo margini di manovra difensiva all’interno del diritto sportivo. In sintesi: il club è colpevole e, come tale, deve essere punito. Una condanna praticamente già decisa lo scorso febbraio e che il farisaico Coni non ha fatto che confermare.
E questo solo per la parte riguardante le plusvalenze, seppur in mancanza di una norma giuridica che le regoli: a fregare la Juve sono bastate le intercettazioni telefoniche, interpretate dalla Procura e poi dai collegi giudicanti alla stessa stregua di quelle di Calciopoli. Ossia, prove provate del dolo. In termini giuridici “l’elemento soggettivo del reato”, l’essere cioè coscienti di commetterlo. Per come ragiona e lavora la giustizia sportiva sono più che sufficienti per condannare un club. Senza ulteriori indagini o approfondimenti.
Roba da romanzo di Kafka , ma ai signori della FIGC piace così, Gravina compreso, altrimenti qualche presidente federale questo assurdo codice l’avrebbe riformato. Con una giustizia sportiva così onnipotente, non c’è Zaccone o altro principe del Foro in grado di vincere. E non è finita qui, perché resta ancora aperto il filone stipendi /partnership per il quale si attende la seconda sentenza CAF con altre sanzioni, pecuniarie e in punti.
La Juventus ha ora di fronte 2 strade: arrendersi e patteggiare, mitigando così le pene e chiudendo l’intera vicenda già nella stagione in corso, oppure - essendo inutile un nuovo ricorso in appello, considerando la ferrea tenuta del blocco accusatorio - rivolgersi al TAR, come già fatto per le carte Covisoc (servite a nulla, ndr) senza però la certezza che le sentenze sportive possano essere riviste.
La logica propende per la prima soluzione, ma solo perché contro un totalitarismo così assoluto ed efferato, come appunto quello praticato dalla autoreferenziale giustizia sportiva, è impossibile difendersi. L’alternativa sarebbe solo quella di uscire dalla sistema ed iscriversi ad un’altra Lega,come tanti tifosi vorrebbero.