Calciomercato.com

  • Getty Images
    Juve, l'obiettivo è sempre quello: primo, non prenderle. Ma contro Milano non può bastare

    Juve, l'obiettivo è sempre quello: primo, non prenderle. Ma contro Milano non può bastare

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Alla pari del Napoli, ma ormai a -4 da Milano. La cosa positiva per la Juventus a Bergamo è avere tenuto alle spalle, non senza fatica, uno degli avversari che potrebbe insidiargli la qualificazione alla Champions del prossimo anno. Per il resto, l’esame di maturità non è riuscito nemmeno stavolta. È curiosamente lo stesso risultato dell’amichevole di metà agosto, con molta più Atalanta di allora e meno Juventus, come se Gasperini fosse progredito e Allegri no.

    Primo, resta non prenderle. Per cui per la Juventus non c’è timore a stare con 10 giocatori sotto la linea del pallone. Cose già viste e di cui non c’è nulla di cui vergognarsi. Basta saperlo e non dire che la musica è cambiata. Il gioco della Juventus è questo da 3 stagioni, alla mancanza di un po’ di talento che quest’anno non c’è più, pensiamo a Di Maria, non sopperiscono di idee di Magnanelli, ma il maggiore vigore fisico che di volta in volta mettono in campo Fagioli o Miretti, Locatelli che resta modesto come regista (ma del resto il Milan si è affidato a Krunic) e soprattutto Chiesa, che ha ritrovato gamba e morale dei tempi migliori, ma che stavolta accanto a Kean sembra meno in sintonia rispetto a quando gioca con Vlahovic, qui assente per infortunio. Stupisce semmai, ma saprà lui perché, Allegri rinunci costantemente a Tim Weah, la cui velocità sembrerebbe sposarsi più che bene col gioco di rimessa bianconero.

    A chi, per volere a ogni costo vedere cioé che non c'è, continua a ricordare il primo tempo di Udine o la vittoria sull’Empoli, è giusto suggerire di dare un’occhiata alla classifica, per valutare con equità qugli avversari. L’unica partita diversa da tutte, con la Juventus bella come mai prima o nemmeno dopo, resta quella contro la Lazio, ma ormai è chiaro che Sarri abbia sempre qualche difficoltà in più contro Allegri. Un po' come Pioli con Inzaghi.

    Due occasioni per parte nel primo tempo: Zappacosta sciupa (due volte, peraltro) quella dell’Atalanta, Musso in tuffo respinge non senza affanno quella di Fagioli da fuori area. Parte meglio Gasperini, con CDK di nuovo al centro dell’attacco, ma poco alla volta Allegri riesce ad alzare la squadra oltre le metà campo avversaria. Poco spettacolo e meno emozioni, ritmo modesto, soprattutto sempre troppo lenta a ripartire la Juventus.

    Secondo tempo tutto o quasi bergamasco, c’è solo una botta di destro di Chiesa, nei primi minuti, molto forte, ma troppo centrale, sventata a mano aperta da Musso. Poi solo Atalanta, o quasi. Muriel dà la scossa e accende il finale di partita. Non solo la magistrale punizione sventata da Szczesny sulla trasversa, ma una spinta e tanto pepe che nessuno prima di lui aveva dato alla sfida. Gli ultimi minuti diventano poco meno di un assedio. Maldestra la respinta in bagher del portiere polacco, ancora su Muriel, ma peggiore il mancato tap-in di Koopmeiners, che si divora il gol, sostanzialmente a porta vuota. Meglio l’Atalanta della Juventus, ma il calcio non è la ginnastica e ai punti non vince nessuno.
    @GianniVisnadi
     

    Altre Notizie