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Juve, dentro la crisi di Vlahovic: il digiuno più lungo, la fiducia per forza, il mercato che chiama
PER FORZA – Contro la Sampdoria mancherà lo squalificato Moise Kean, così come quell'Arek Milik che tornerà solo dopo la sosta o appena prima, pure Federico Chiesa con ogni probabilità non ci sarà: ha chiuso per onor di firma, il problema al ginocchio destro verrà valutato in giornata, difficilmente verrà rischiato anche se dovesse rivelarsi solo una botta. Le scelte sono quindi fatte: Vlahovic centravanti titolare, con Di Maria libero di inventare alle sue spalle. E se El Fideo dovesse rifiatare, spazio a Matias Soulé o Fabio Miretti. Un copione che rischia di ripresentarsi contro l'Inter, mentre a Friburgo almeno Kean ci sarà.
LA CRISI – Sono comunque numeri che parlano di crisi per Vlahovic, almeno a livello realizzativo. La striscia di partite senza gol si allunga a cinque, mai era successo in bianconero, per risalire a un digiuno simile bisogna tornare indietro a novembre 2020 per il centravanti serbo. Che anche contro il Friburgo è apparso un elemento avulso dal contesto della Juve, emblematico quel contropiede condotto in solitaria e terminato con un nulla di fatto.
IL FUTURO – Prima di tutto Dusan dovrà sbloccarsi, ritrovare fiducia ancor più che forma fisica, la pubalgia forse lo condiziona più nello spirito che non nel corpo a questo punto. Lasciando eventuali ragionamenti sul futuro a discorsi da affrontare al termine della stagione, anche se il suo agente Darko Ristic già da tempo sta registrando gli interessi di mezza Europa. La Juve non lo ha messo in vendita, ma non può ritenerlo nemmeno incedibile, fissa un prezzo di partenza (almeno 90 milioni) e aspetta eventuali offerte per avviare riflessioni. Soprattutto la Juve ora non lo molla, ha bisogno di lui, lo aspetta. Almeno finché dovrà giocare per forza. Dopo la sosta dovrà tornare a giocare per scelta.