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Juve: lunga vita a Di Maria, ma Allegri deve recuperare Vlahovic
POCA CONCRETEZZA - Senza Pogba, escluso da Allegri per motivi disciplinari, ma anche senza Chiesa lasciato inizialmente in panchina, la Juventus infatti chiude sullo 0-0 un primo tempo dominato, con troppe occasioni sprecate. E poi, dopo avere finalmente raccolto il premio per i suoi sforzi all'inizio della ripresa, la squadra di Allegri rischia troppo, incoraggiando i tentativi di rimonta dei tedeschi fin lì mai in partita. Tutto è bene quel che finisce bene, quindi, perché il campo dimostra che la Juventus è più forte del Friburgo e quindi non può e non deve sprecare questo vantaggio nel ritorno, a patto che giochi a testa alta come ha fatto il Milan sul campo del Tottenham, che partiva da un identico 1-0.
MALEDIZIONE VLAHOVIC - Nel frattempo, pensando anche all'obiettivo della coppa Italia, Allegri dovrà recuperare il miglior Vlahovic che non segna dal 7 febbraio e anche contro i tedeschi sfiora il gol soltanto con una punizione e un colpo di testa. Troppo poco per fare la differenza come Di Maria, che sembra rubargli lo spazio e il tempo perché segna da centravanti vero. E non a caso è proprio Vlahovic a lasciare il posto a Chiesa a metà ripresa per scelta tecnica, al contrario della staffetta iniziale tra l'infortunato Alex Sandro e Bonucci, il cui ingresso rivoluziona l'assetto difensivo perché il capitano ovviamente si piazza al centro con lo spostamento di Bremer a destra e Danilo a sinistra. Semplici dettagli comunque perché Szczesny non viene mai impegnato, grazie al grande lavoro dei centrocampisti che non lasciano spazi agli avversari.
CONTROPIEDE FINALE - Miretti, teoricamente preferito a Chiesa, viene poi rilevato dall'altro giovane Fagioli all'inizio della ripresa, ma i grandi protagonisti attorno al centrale Locatelli sono gli esterni Cuadrado e Kostic, tra i quali si inserisce spesso Rabiot, calato però alla distanza. E così, appena si abbassa la tensione e cresce la voglia dei tedeschi di rimontare, la Juventus si affida soltanto al contropiede, grazie anche alla velocità di Kean subentrato a Kostic. Le occasioni per raddoppiare ci sarebbero, ma come nel primo tempo il gol non arriva. E così, per adesso, basta quello del vero Angelo che protegge la Juventus. Perché senza Di Maria non ci sarebbe nemmeno un'altra vittoria di corto muso, che in ogni caso è sempre meglio di un pareggio.