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    Juve: lunga vita a Di Maria, ma Allegri deve recuperare Vlahovic

    Juve: lunga vita a Di Maria, ma Allegri deve recuperare Vlahovic

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Viva il corto muso e soprattutto lunga vita bianconera al trentacinquenne campione del mondo Angel Di Maria, che dopo la tripletta al Nantes si accontenta di segnare soltanto un gol al Friburgo. Poco per assicurarsi la qualificazione ai quarti di Europa League, ma abbastanza per vincere 1-0, grazie anche al Var che richiama l'arbitro al monitor a bordo campo, dove scopre subito il fallo di mano di Ginter, prima della girata vincente di Holer. Sarebbe stato il gol del pareggio, soltanto nove minuti dopo la splendida deviazione di testa dell'argentino su cross da sinistra di Kostic, ma non sarebbe stato giusto perché la Juventus ha meritato di vincere, al di là dei suoi difetti. 

    POCA CONCRETEZZA - Senza Pogba, escluso da Allegri per motivi disciplinari, ma anche senza Chiesa lasciato inizialmente in panchina, la Juventus infatti chiude sullo 0-0 un primo tempo dominato, con troppe occasioni sprecate. E poi, dopo avere finalmente raccolto il premio per i suoi sforzi all'inizio della ripresa, la squadra di Allegri rischia troppo, incoraggiando i tentativi di rimonta dei tedeschi fin lì mai in partita. Tutto è bene quel che finisce bene, quindi, perché il campo dimostra che la Juventus è più forte del Friburgo e quindi non può e non deve sprecare questo vantaggio nel ritorno, a patto che giochi a testa alta come ha fatto il Milan sul campo del Tottenham, che partiva da un identico 1-0. 

    MALEDIZIONE VLAHOVIC - Nel frattempo, pensando anche all'obiettivo della coppa Italia, Allegri dovrà recuperare il miglior Vlahovic che non segna dal 7 febbraio e anche contro i tedeschi sfiora il gol soltanto con una punizione e un colpo di testa. Troppo poco per fare la differenza come Di Maria, che sembra rubargli lo spazio e il tempo perché segna da centravanti vero. E non a caso è proprio Vlahovic a lasciare il posto a Chiesa a metà ripresa per scelta tecnica, al contrario della staffetta iniziale tra l'infortunato Alex Sandro e Bonucci, il cui ingresso rivoluziona l'assetto difensivo perché il capitano ovviamente si piazza al centro con lo spostamento di Bremer a destra e Danilo a sinistra. Semplici dettagli comunque perché Szczesny non viene mai impegnato, grazie al grande lavoro dei centrocampisti che non lasciano spazi agli avversari. 

    CONTROPIEDE FINALE - Miretti, teoricamente preferito a Chiesa, viene poi rilevato dall'altro giovane Fagioli all'inizio della ripresa, ma i grandi protagonisti attorno al centrale Locatelli sono gli esterni Cuadrado e Kostic, tra i quali si inserisce spesso Rabiot, calato però alla distanza. E così, appena si abbassa la tensione e cresce la voglia dei tedeschi di rimontare, la Juventus si affida soltanto al contropiede, grazie anche alla velocità di Kean subentrato a Kostic. Le occasioni per raddoppiare ci sarebbero, ma come nel primo tempo il gol non arriva. E così, per adesso, basta quello del vero Angelo che protegge la Juventus. Perché senza Di Maria non ci sarebbe nemmeno un'altra vittoria di corto muso, che in ogni caso è sempre meglio di un pareggio. 

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