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    Juve, altro che Uefa e FIGC: la vera penalizzazione si chiama Allegri

    Juve, altro che Uefa e FIGC: la vera penalizzazione si chiama Allegri

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Ci sono quelli che pensano sia giusto beccarti una multa se passi col rosso e ti vedono farlo, quelli invece che lo fanno tutti ma puniscono solo la Juve, quelli che la colpa è della federazione, anzi no il mandante è Ceferin e quindi è colpa dell’Uefa. Punita con l’elastico: punti tolti e ridati e fra qualche settimana ritolti, l’esito del campionato bianconero non sarà sul campo, ma l’esito della semifinale bis con l’Inter ha ribadito che è Allegri la vera penalizzazione della Juventus, se ne facciano una ragione i suoi tifosi, anche quelli per cui vincere è l’unica cosa che conta. Non sempre giocare male aiuta a farlo.

    Quasi inutile tornare sul dettaglio tecnico: non ha solo vinto l’Inter, più probabilmente ha perso la Juventus, perché s’è rifiutata di giocare un calcio che non fosse speculazione, attesa, difesa, lancioni e quando ha messo finalmente un centravanti ha tolto il giocatore che più degli altri poteva assisterlo, cioè Kostic. Parleremo un giorno anche di Di Maria, bello in finale Mondiale e poi magico a Nantes, più di 2 mesi fa. E il resto? 4 gol in campionato, l’ultimo allo Spezia. Se ne andrà a fine stagione, gli resta il Siviglia per dare un segnale e provare a farsi rimpiangere.

    Siviglia è la destinazione finale della stagione bianconera, dentro o fuori. In finale o fallimento. E se sarà finale, ancora: o la Coppa o di nuovo il fallimento. Senza un titolo, la stagione della Juventus non può essere altrimenti classificata. Un titolo che varrebbe anche come strada per l’Europa, al di là di quello che poi deciderà l’Uefa: non qualificarsi alle Coppe significa prolungare di un anno la probabile squalifica, non una grande prospettiva.

    Il cda della Juventus dà le dimissioni il 28 novembre, in pieno Mondiale. In quel momento, la squadra era terza in classifica (come oggi), a 10 punti dal Napoli (oggi sono 19) ed era già retrocessa in Europa League, perdendo in Champions 5 partite su 6, vincendo la sesta anche perché gli avversari (il Maccabi Haifa) non avevano mangiato, per motivi religiosi. Il merito di Allegri è certamente quello di avere fatto da scudo al gruppo in mesi difficili, quando all’improvviso intorno a lui è sparito chi sapeva di calcio, o almeno si suppone che ne sapesse.

    Allegri ha compattato la squadra, proteggendola con le sue parole e il suo atteggiamento, anche la molto verosimile rissa verbale del post-partita fa parte di questo lavoro, ma non le ha dato nulla in termini tecnici. Ha lanciato i giovani quando non ha avuto alternative, ha umiliato Vlahovic con un gioco che renderebbe triste chiunque, ha rilanciato Bonucci nella partita più importante, tenendo in panchina il difensore più bravo della stagione. E dopo 2 anni bisogna ancora sentirlo parlare di «60 minuti giocati bene, a fronte di un quarto d’ora iniziale di distrazione»?

    La Juventus ha il monte ingaggi più alto del campionato e l’allenatore più pagato di tutti: ci sarebbe da presumere che abbia i giocatori più forti e l’allenatore più bravo, in realtà aveva soprattutto dirigenti poco avveduti, e qui le inchieste non contano.

    @GianniVisnadi
     

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