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Juve, altro che Scansuolo: Allegri perde anche il 2° posto sul campo
Noia per un tempo, male un quarto d’ora e poi l’orgoglio di provare a pareggiare, solo che il portiere ce l’hanno anche gli avversari. Troppo poco davvero, ma le Coppe pesano anche se non sono la Champions e anzi fra giovedì e domenica è spesso anche peggio. E Lisbona e l’Europa League per la Juventus sono certo più importanti di Reggio Emilia e campionato, lì l’unico giudice è il campo.
Il primo tempo scorre lento e noioso per chi lo guarda, ma per Vlahovic che lo gioca deve essere persino peggio: qualche pallonata buttata in avanti su cui il serbo si getta sempre generoso ma già sapendo che non arriverò mai in tempo. Finirà esausto, senza avere tirato in porta. Anche questa è una colpa, e soprattutto non solo sua. Dionisi è subito più intraprendente di Allegri, ma pure conscio che aggredire la Juventus è l’ultima cosa da fare se vuoi davvero farle male. E infatti il Sassuolo cresce in avvio di ripresa, senza che quasi l’avversario se ne accorga. Numero di Perin, salvataggio di Gatti, che poi centra pure un autopalo e infine il gran gol di Defrel, al quarto angolo consecutivo, di fatto la stessa lunghissima azione, e sull’involontario assist di Fagioli, che poi esce disperato dal campo, fra le lacrime.
Allegri, che come tutti i suoi colleghi, in avvio di partita aveva pensato anche alla Coppa, cala gli assi: prima Di Maria e Cuadrado, poi Chiesa (e Miretti, che asso ancora non è) infine Pogba. Aumenta la pressione bianconera, ma l’unica vera occasione da gol è del solito Rabiot, di testa, su cui si oppone bravissimo il portiere Consigli. In realtà, lo sterile assalto della Juventus offre al Sassuolo le occasioni migliori ed è colpa grave di Ceide e Harroui non sfruttarle e chiudere la pratica in anticipo.
A fine andata, il Sassuolo aveva 17 punti ed era appena oltre la zona retrocessione. Nelle prime 11 partite del girone di ritorno, Dionisi ha messo insieme 23 punti, una piccola impresa. Solo Napoli (25) e Lazio (24) ne hanno fatti di più. La Juventus 21, il Milan 15, l’Inter 14. Ad Allegri restano il Coni e le Coppe, cioè lo Sporting e poi l’Inter. Tutto può ancora essere. Anche niente. Di certo, giocando un po’ meglio sarebbe più facile.
@GianniVisnadi