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    Jacobelli: occhio Milan, Berlusconi ricomincia a fare l'allenatore

    Jacobelli: occhio Milan, Berlusconi ricomincia a fare l'allenatore

    Juve e Roma sono già il cuore di un campionato che promette una riedizione riveduta e più equilibrata del duello 2013-2014. La vittoria della Juve a San Siro è stata netta e meritata e ha ragione Inzaghi quando ricorda che gli è toccato ripartire con il Milan dai 45 punti di distacco accusati nell’ultima stagione rispetto ai bianconeri. Tevez segna a raffica (4 gol nelle ultime 3 partite fra campionato e Champions); Pogba fa il Pirlo inventando assist deliziosi; la difesa è chiusa a chiave anche se manca Barzagli e si è infortunato Caceres. I campioni scoppiano di salute, il Milan è un cantiere aperto.

    Occhio a Berlusconi che ha già ricominciato ad impicciarsi di questioni tecniche: “Io seguo la squadra, ma se poi non fanno quello che dico...”, ha sibilato il presidente onorario, lo stesso che, nel gennaio scorso, aveva catapultato Seedorf dal Botafogo alla panchina di Allegri, salvo cacciarlo nel giugno scorso senza uno straccio di motivazione ufficiale. Seedorf oggi costa al Milan circa 206 mila euro al mese e non ha nessuna intenzione di risolvere il contratto che lo lega al club sino al 30 giugno 2016. Forse sarebbe il caso di lasciar lavorare in pace Inzaghi perchè, se dopo la prima sconfitta in campionato contro la Super Juve, ricominciano le frecciate al tecnico, il Milan non va da nessuna parte.

    La Roma, intanto, non perde un colpo. Destro e Florenzi regolano il Cagliari di Zeman, più che mai un cantiere dove i lavori sono sempre in corso. A punteggio pieno in campionato, euforica per la cinquina rifilata al Cska in Champions, dov’è tornata dopo tre anni e mezzo, la squadra giallorossa reagisce anche agli infortuni di Astori e Iturbe grazie  a un organico di alta qualità.

    La terza forza del campionato, per ora, è sorprendentemente il Verona passato a Torino grazie al primo gol moldavo in A. L'ha firmato Artur Ionita, 24 anni, centrocampista della Nazionale di Chisinau, prelevato dall’Aarau. L’Hellas ha cambiato 17 giocatori, ne ha ceduto alcuni di importanti, Iturbe e Romulo su tutti, ma la mano di Mandorlini si vede sempre: 3 partite, 7 punti, terzo posto solitario in classifica e Rafael sugli scudi per avere parato il rigore di El Kaddouri e la successiva ribattuta. Male il Toro: inchiodato sul fondo a quota 1, assieme  a Cagliari ed Empoli. Senza Immobile e Cerci, Ventura è costretto ad arrabattarsi con Quagliarella, Larrondo e Sanchez Mino: non è la stessa cosa. Se poi i granata sbagliano due rigori in tre partite, è  notte fonda. Senza contare le energie prosciugate a Bruges dall’Europa League dove il migliore in campo è stato Gillet.

    L’Inter con Osvaldo in campo ha segnato anche a Palermo: così, sono diventati 16 su 18 i gol stagionali realizzati dai nerazzurri quando hanno schierato l’italoargentino. Ieri sera ci ha pensato Kovacic a riequilibrare il risultato, dopo l’errore di Vidic che aveva favorito la rete di Vazquez. Considerato come si erano messe le cose, a Mazzarri il pareggio può anche star bene, sebbene l’Inter recrimini su almeno uno dei due gol annullati da Valeri.

    Si aggrava, intanto, la crisi del Napoli, alla seconda sconfitta consecutiva in campionato dopo essersi illuso di avere infilato l’uscita dal tunnel grazie al successo infrasettimanale in Europa League. Benitez dice che l’Udinese non meritava di vincere. Può essere, ma Juve e Roma sono già lontane 6 punti, i tifosi sono tornati in ebollizione e De Laurentiis e Benitez non si sentono troppo bene. Soprattutto se, a Udine, l'allenatore sbaglia ancora una volta formazione e tiene inizialmente in panchina Mertens, Callejon e Hamsik mentre lo stesso slovacco sembra la fotocopia sbiadita del campione che due anni fa volevano tutti.

    Citazione doverosa per Cassano, neocapocannoniere a quota 3 con Icardi e Menez. Antonio s’è preso il Parma sulle spalle e ha ribaltato il Chievo, dedicando la doppietta a Jonathan Biabiany, costretto a fermarsi per problemi di cuore. Il barese sa bene che cosa voglia dire, avendo vissuto sulla sua pelle un problema simile. L’augurio è che il giocatore francese torni presto in campo, mentre qualcuno, al Milan, dovrebbe chiedere scusa a Zaccardo. Secondo la versione ufficiale, il  primo settembre scorso il difensore fece saltare il trasferimento di Biabiany in rossonero, poiché lo stesso Zaccardo non voleva tornare a Parma. La verità viene sempre a galla.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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