Jacobelli: Nicchi e Zeman scaricano Balotelli, i razzisti sghignazzano
Poi dicono che la lotta al razzismo nel calcio italiano non ha successo. Per forza.
Ricapitoliamo. Mario Balotelli, furibondo per gli insulti ricevuti durante la partita Milan-Roma, annuncia che, se ricapita, la prossima volta lascia il campo perchè non ne può più di sopportare questo trattamento incivile.
Joseph Blatter, presidente della Fifa, manifesta solidarietà al centravanti della Nazionale italiana e bacchetta la Federcalcio, affermando che 50 mila euro di multa sono una sanzione esigua alla Roma per i cori contro Balotelli (ma il club giallorosso non c'entra proprio nulla e, forse, sarebbe il caso che qualcuno lo spiegasse all'ex colonnello svizzero).
Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, dichiara: "'Sono situazioni che colpiscono Balotelli profondamente e personalmente, quindi ci deve essere il massimo rispetto per le sue posizioni, come per quelle di chiunque altro giocatore che dovesse essere oggetto di offese di questo tipo''. Quasi a dire: caro Mario, hai tutta la nostra comprensione e stai certo che siamo con te. Parole sagge, giuste appropriate.
Poi, però, irrompono sulla scena Zeman e Nicchi. Il boemo attacca: "Il discorso di Balotelli è un po' strano, nel senso che non se la prendono sempre con Balotelli perché di colore diverso, è che con i suoi atteggiamenti attira qualcosa. Se fischiano Totti in tutti gli stadi e lo offendono è la stessa cosa. Magari purtroppo oggi si gioca sul colore della pelle, ma ad altri giocatori del Milan di colore non vengono trattati allo stesso modo. Il problema non è il colore ma il comportamento, se uno si comporta bene non succede niente".
In sostanza, siccome Balotelli sta antipatico a molti, gli ululati e i buu se li cerca. Che cosa c'entrano i cialtroni annidati sugli spalti che lo sbertucciano in modo indecente? E' tutta colpa di Mario.
Probabilmente, dopo l'esonero dalla Roma, Zeman è stato su Marte e non è stato bene informato. Vada a chiedere "se il problema non è il colore, ma il comportamento" a Muntari, a Niang, a Zapata, a Boateng, a Pogba, ad Asamoah, ad Armero e a tutti gli altri giocatori di tutte le altre squadre del campionato che vengono insultati dai razzisti, indipendentemente se siano simpatici o antipatici. Già che c'è, Zeman domandi ai tifosi napoletani, catanesi, juventini, fiorentini, agli altri di ogni fede e passione sportiva, se gli slogan e i cori ignobili, settimanalmente intonati negli stadi del Belpaese, siano dettati dal loro tasso di empatia. E chieda anche a Totti, la prossima volta che l'incontra, se non sia razzista chi lo dileggia per il solo fatto di essere romano. Ma dove caspita vive, Zeman?
Il capo degli arbitri, però, va oltre. Con piglio burocratico-kafkiano, Nicchi dixit: " Ognuno e' libero di manifestare le proprie opinioni come crede, ma ci sono delle regole. Chi abbandona il campo per motivi di protesta o senza avvisare l'arbitro o essere sostituito, è ritenuto espulso. Ma non si arriverà a questo, altrimenti sarebbe un sconfitta per tutto il sistema calcio. Bisogna dare meno importanza al fenomeno dal punto di vista mediatico e maggiore importanza da un punto di vista realistico, ovvero essere duri e inflessibili con chi mette in atto questi cori che io reputo una vergogna commessa da idioti".
Capito? Secondo l'autorevole presidente dell'Associazione Italiana Arbitri, se ti ribelli ai razzisti e te ne vai, è come se l'arbitro ti espellesse. Lo stesso arbitro che, invece, dovrebbe proteggerti dagli incivili, magari prendendo il coraggio a due mani per dire: non si gioca più, perchè la dignità delle persone è molto più importante di una partita e chissenefrega di tutto il resto.
Ancora: secondo il Nicchipensiero, basta parlare delle manifestazioni di discriminazione e odio razziale negli stadi: facciamo finta di nulla che è meglio, così i giornalisti imparano a ficcare il naso.
Tutto questo, mentre l'Uefa, il 24 maggio a Londra, inviterà le federazioni nazionali ad adottare le norme antirazzismo che, fra l'altro, prevedono la facoltà dell'arbitro di sospendere una patita e la chiusura progressiva dei settori degli stadi da dove partano gli ululati e i buu.
Caro Balotelli e cari giocatori e tifosi che siete bersaglio dell'ignoranza e dell'incultura: stiamo con voi tutta la vita.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com