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  • Italia senza idee e senza guida: Euro 2024 è il disastro di Spalletti

    Italia senza idee e senza guida: Euro 2024 è il disastro di Spalletti

    • Renato Maisani
      Renato Maisani
    Un disastro. E se non fosse abbastanza chiaro, lo ripetiamo: un disastro. Senza alibi. 

    Si chiude così, con un'eliminazione più che meritata, l'Europeo dell'Italia, al termine di un cammino del quale è praticamente impossibile salvare qualcosa.

    L'Italia ha giocato male, non ha mostrato carattere, ha sofferto atleticamente, è parsa spaesata, confusa, spesso senza idee ma soprattutto - e questa è la sensazione che è andata in crescendo di partita in partita - è parsa senza guida. Né in campo né fuori. In campo non ci sono stati leader, né tecnici né caratteriali, fuori un Luciano Spalletti che esce assolutamente ridimensionato da questa spedizione, probabilmente la più deludente nella storia degli Europei per gli Azzurri: nemmeno le due eliminazioni arrivate durante la fase a gironi, nel 1996 e nel 2004, sono state così fallimentari, stando almeno a quanto visto in campo.

    Del resto, la fotografia dei nostri Europei è tutta nel primissimo minuto di gioco contro l'Albania: la distrazione di Dimarco, il goal subìto dopo 23 secondi. Contro Bajrami e compagni, poi, gli Azzurri avevano trovato la forza per portare a casa i 3 punti, ma quell'errore lì continua a fotografare un'Italia che non è mai sembrata sul pezzo. Nemmeno il lampo improvviso di Zaccagni, che ci ha permesso di accedere agli ottavi, ha fatto scoccare quella scintilla che a volte si accende quando, dopo aver sfiorato un'eliminazione, ti ritrovi invece ad andare avanti grazie alla giocata di un singolo.

    Contro la Svizzera, invece, l'Italia è riuscita a fare anche peggio rispetto alle tre gare della fase a gironi. E la confusione tattica creata dal commissario tecnico non ha certo aiutato. Un po' difesa a 3, un po' difesa a 4, un po' di spazio agli esterni alti e un po' agli incursori centrali, un po' Scamacca un po' Retegui, poi di nuovo Scamacca, un po' Chiesa al centro del villaggio, un po' Chiesa fuori dal villaggio. E ancora, El Shaarawy titolare dopo non aver giocato nemmeno 1 minuto nella fase a gironi, Jorginho da intoccabile a escluso, Fagioli convocato a sorpresa e mai preso in considerazione prima di oggi, Di Lorenzo - probabilmente il peggiore in assoluto per rendimento - in campo per 360 minuti più recupero. Tutto questo caos in sole 4 partite. Se non è un record, poco ci manca.

    La Nazionale non è una squadra di club e Spalletti ha dato l'impressione di non aver colto in tempo tutte le differenze. Imperdonabile il fatto di ritrovarsi senza un vice Dimarco, quando un c.t. - a differenza dell'allenatore di una squadra di club - può attingere tra decine di calciatori. E invece in panchina, con 0 minuti all'attivo, è rimasto un altro "destro", Bellanova. Si sentiva il bisogno di convocare Folorunsho, almeno a livello numerico? Probabilmente no, dato che per il centrocampista reduce da un'ottima stagione a Verona c'è stato spazio per meno di un minuto.

    Il disastro, insomma, sembra essere partito già dalle scelte iniziali, confuse e poco coerenti con quello che poi è stato l'atteggiamento tattico scelto dall'allenatore. Di partita in partita, poi, Spalletti ha contribuito a generare ulteriore caos sia con le dichiarazioni pre e post partita, sia con scelte parse più cervellotiche che geniali.

    Siamo pienamente consapevoli del fatto che non si tratti della Nazionale migliore di sempre, che non ci sono più i Totti, i Pirlo e i Cannavaro, e che Spalletti sia stato chiamato ad allestire la Nazionale in un momento storicamente non facile. Ma se ci si ferma a chiedersi: "si poteva fare meglio?", la risposta non può che essere sì. Perché questa Svizzera, nei singoli, - parere impopolare, forse - non è più forte dell'Italia. E se oggi ci ha dato un'autentica lezione di calcio, qualcosa è stato fatto male. Per forza. E cercare alibi, adesso, non serve a niente.

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    Utente CM 834543
    Utente CM 834543

    Fagioli unico vincitore dell'europeo. Ha scommesso sull'eliminazione dell'Italia

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