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Italia, il caso Acerbi non cambia i piani di Spalletti: pronto Buongiorno in difesa, ma il vero test è a centrocampo
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ITALIA, I CONVOCATI PER VENEZUELA ED ECUADOR
IL CASO ACERBI NON CAMBIA I PIANI - Spalletti aveva spiegato che, in un confronto vis a vis, il difensore dell'Inter gli aveva ribadito che quanto accaduto con il collega del Napoli Juan Jesus nell'ultimo confronto a San Siro non era un episodio di razzismo, ma questo non gli ha evitato l'allontanamento dalla Nazionale e la chiamata del romanista Mancini al suo posto. Una scelta condivisa, hanno sottolineato FIGC e ct azzurro, una scelta pressoché inevitabile considerando la delicatezza della vicenda e le prossime audizioni degli stessi Acerbi e Juan Jesus presso la Procura Federale, che intende fare al più presto chiarezza su quanto accaduto per valutare eventuali sanzioni, che possono essere anche molto per il giocatore nerazzurro qualora fosse comprovata la matrice razzista dell'insulto rivolto al brasiliano. Il caso agita le acque, ma non cambia i piani di Spalletti che alla vigilia del Venezuela ha confermato di voler portare avanti il suo progetto di rivoluzione tattica: lasciare da parte, almeno per il momento, il consolidato 4-3-3 e provare il 3-4-2-1 "per tentare di mettere più a proprio agio alcuni calciatori", come aveva spiegato lo stesso ex allenatore del Napoli recentemente.
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LARGO A BUONGIORNO - Avanti con la difesa a tre dunque nonostante l'assenza di Acerbi, che in azzurro avrebbe ricoperto il ruolo di perno proprio come nell'Inter di Inzaghi. Il sostituto Spalletti lo ha già individuato, quell'Alessandro Buongiorno che definiva "fortissimo" e che a gennaio ha già acceso il mercato. Sarà il classe '99 a guidare la linea a tre contro il Venezuela e gli occhi saranno puntati su di lui, perché quella contro la VinoTinto sarà allo stesso tempo un'occasione per mettersi in mostra e un test per capire se l'Italia abbia trovato la reale alternativa ad Acerbi come perno centrale. Alla sua sinistra Buongiorno potrà contare su Bastoni, braccetto mancino ideale con licenza di impostare il gioco, mentre alla sua destra proprio l'ultimo arrivato Mancini è favorito su Scalvini per una maglia da titolare. Rimandata l'ipotesi di vedere uno tra Darmian e Di Lorenzo come braccetto di destra.
ESTERNI IN MISSIONE - Anche perché Di Lorenzo, fedelissimo di Spalletti, dovrà fare sua la fascia destra e tornare ai livelli del Napoli scudettato, lasciando da parte le difficoltà vissute con i partenopei in questa stagione. Di Lorenzo da una parte e Dimarco dall'altra, con Bellanova, Darmian, Udogie e lo juventino Cambiaso pronti a entrare per dire la loro. Tutti con una missione, chiarita senza troppi giri di parole dal ct azzurro: 3-4-2-1 sì, ma "mantenendo una propensione offensiva, senza tornare sempre a 5 dietro in fase di non possesso, creando equilibri che ci consentano di fare sempre la partita a viso aperto". I quinti di centrocampo diventano proprio la chiave con cui Spalletti intende controllare il ritmo della partita contro il Venezuela e non solo, perché con i tagli verso il centro dei trequartisti (Chiesa e Pellegrini) idealmente avranno campo per spingere e sfruttare la loro qualità al cross, specie quella del mancino interista, o i tagli backdoor sul secondo palo, una delle specialità proprio di Di Lorenzo.
STRESS TEST IN MEZZO AL CAMPO - Difensori centrali ed esterni sotto esame, ma il vero stress test sarà per la coppia di centrocampo, perché sul loro lavoro si regge l'equilibrio di una squadra che vuole offendere con i suoi tre offensivi e i due quinti. Barella e Jorginho finora, e anche con Roberto Mancini, hanno sempre giocato a tre e lo stesso fanno nei rispettivi club: il classe '97 nel 3-5-2 di Inzaghi all'Inter, il classe '91 nel 4-3-3 di Arteta all'Arsenal. Un inedito molto sperimentale quello proposto da Spalletti, guardando anche alle alternative da cui può attingere dalla panchina: Bonaventura e Frattesi sono due mezzali, il nuovo arrivato Folorunsho è un jolly ma con vocazione più offensiva, solo Locatelli ha già giocato in un centrocampo a due e manca un equilibratore di stazza come Cristante. In questo contesto sarà dunque fondamentale trovare la giusta coordinazione nei movimenti tra la coppia Barella-Jorginho, i tre difensori, il rientro alternato dei due quinti e Pellegrini che, con la sua duttilità, può essere il punto di raccordo tra i reparti, ma anche lavorare sul primo pressing della linea avanzata e la riaggressione sui palloni persi. Tutti punti messi in conto da Spalletti, queste due amichevoli negli USA saranno l'ultima vera occasione di fare esperimenti mentre nei due test di giugno (Turchia il 4 giugno a Bologna, Bosnia-Erzegovina il 9 giugno a Empoli) andrà alla ricerca delle ultime conferme prima della partenza per la Germania. EURO 2024 si avvicina e l'Italia studia la migliore veste in cui presentarsi. A partire da Miami, a partire dal Venezuela.
La probabile formazione dell'Italia (3-4-2-1): Donnarumma; Mancini, Buongiorno, Bastoni; Di Lorenzo, Barella, Jorginho, Dimarco; Pellegrini, Chiesa; Retegui.