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    Italia, ennesimo passo falso di Donnarumma: rischio rivoluzione tra Nazionale e PSG

    Italia, ennesimo passo falso di Donnarumma: rischio rivoluzione tra Nazionale e PSG

    • Gabriele Stragapede
    Cambiano i commissari tecnici, i convocati, i titolari ma l’Italia non riesce a tornare l’entusiasmante Nazionale che ha fatto emozionare un popolo intero in quell’estate del 2021, che ci portò sul tetto d’Europa per la seconda volta nella nostra storia. La prima panchina azzurra di Luciano Spalletti porta in dote all’Italia uno scialbo 1-1 che proietta – per usare un eufemismo – al 3° posto del gruppo C, con soli 4 punti in 3 partite, frutto di una vittoria (con Malta), una sconfitta (contro l’Inghilterra) e di un pareggio, appunto. Il destino ci porterà in quel di San Siro a giocarci il tutto per tutto, in un match già da dentro o fuori contro l’Ucraina. La delusione e il rammarico regnano sovrani, oltre a un certo sentimento di rabbia verso uno dei protagonisti di questa amara serata azzurra: Gianluigi Donnarumma.

    UN PASSO FALSO – Nessuno qui mette in dubbio le potenzialità e l’attuali capacità del numero 1 dell’Italia. Certo che, guardando la realtà dei fatti, non si può non andare incontro a una verità lampante: sulla rete su punizione siglata da Bardhi c’è di mezzo il suo zampino. L’estremo difensore del PSG viene beffato sul suo palo da una conclusione sì potente ma non di certo imparabile per un portiere della sua caratura. A pesare è quel passo falso (letteralmente) che compie l’ex Milan verso il secondo palo, prima di essere sorpreso dal tiro del giocatore macedone. Una soluzione prevedibile data la distanza da cui è stata battuta la punizione, frutto, va sottolineato, di un’ingenuità difensiva di Zaniolo che, con il suo fallo, ha regalato l’occasione del pareggio ai macedoni. Un mezzo passo alla sua destra che è stato fatale per Donnarumma, un po’ come lo fu – ma alla sua sinistra – in quel di 24 marzo 2022, allo stadio Renzo Barbera di Palermo, quando venne sorpreso dal tiro dalla distanza di Trajkovski al 92’ che permise alla Macedonia del Nord di vincere la semifinale playoff e andarsi a giocare la qualificazione ai Mondiali 2022 contro il Portogallo. Dalla Macedonia alla Macedonia. Da Palermo a Skopje. Da Trajkovski a Bhardi. Un passo di Donnarumma che rischia di costare caro all’Italia ma frutto di un avvio di stagione da dimenticare.

    L’INSTABILITA’ AL PSG – La serenità dell’ex rossonero è infatti minata non solo dalle critiche che stanno già iniziando a piovere sul suo conto – c’è chi chiede a gran voce l’inserimento di Vicario e Meret come titolari al suo posto – ma anche dal non idilliaco rapporto col suo allenatore in Francia, Luis Enrique. Il tecnico spagnolo ha già fatto intendere come non veda di buon occhio il numero uno azzurro, a suo dire incompatibile a livello tecnico-tattico con il suo stile di gioco, denso di possesso palla, fraseggio corto e dettato al dominio delle trame di gioco sul prato verde. Basterebbe sottolineare l’episodio dell’ultima giornata di Ligue 1, prima della sosta per le Nazionali: Luis Enrique si è letteralmente infuriato con Donnarumma, al punto da non festeggiare il gol del 4-0 contro il Lione di Mbappé, pur di rimproverare platealmente il suo portiere, poiché, con palla in gestione, ha preferito spazzarla lunga, non trovando nessun compagno e lasciando la palla libera al Lione, piuttosto che giocarla rasoterra con i suoi difensori. Una scelta che ha mandato su tutte le furie l’allenatore iberico. Che non sia un’eccellenza Donnarumma con la palla tra i piedi è cosa nota ma, se iniziano a scricchiolare anche le certezze tra i pali, ecco che Spalletti non avrà altra scelta che ascoltare il sentimento popolare, affidando la porta azzurra a uno tra Vicario e Meret, con buona pace di Donnarumma. Un passo falso, tanto basta per cambiare il destino di una nazione intera e di una carriera professionistica ad alti livelli.

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