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  • Italia, De Laurentiis blocca Spalletti: resiste l'ipotesi Conte

    Italia, De Laurentiis blocca Spalletti: resiste l'ipotesi Conte

    • GS
    C’è tanto, tanto da spiegare in questa intricata situazione. A meno di un mese dai prossimi impegni ufficiali, la Nazionale maggiore azzurra si ritrova senza una guida, senza un Commissario Tecnico. Uno scenario inimmaginabile sino a poco più di 10 giorni fa, quando il presidente federale Gravina aveva investito nella figura di Roberto Mancini, ergendolo a coordinatore dalla selezione Maggiore sino all’Under 20. Poi, il colpo di scena: l’ex allenatore di Inter e Manchester City rassegna ufficialmente le proprie dimissioni. È un fulmine a ciel sereno. Dimissioni accettate e corsa contro il tempo per trovare un nuovo profilo che possa sedersi sulla panchina più importante nel BelPaese. Motivazioni e accuse a parte – come emerso dall’intervista dello stesso ex CT a La Repubblica – serve un’accelerata da parte della Federazione. Ma, le ultime notizie, sembrano portare in salita le quotazioni del candidato numero uno.

    E ORA SPALLETTI? - Luciano Spalletti è (o era) la figura ricercata dalla FIGC per guidare la prossima era della Nazionale azzurra. Serviva un affondo decisivo ma, prima, c’erano alcuni aspetti da risolvere: i dettagli del contratto tra Spalletti e Napoli prevedono una penale di 3 milioni di euro, nel caso in cui il tecnico ex Roma e Zenit non rispetti la condizione di rimanere fermo un anno, visto che la naturale scadenza del contratto con i partenopei era fissata al giugno 2024. Ogni mese tale cifra si abbasserà di 250mila euro ma è chiaro che la Federazione non abbia alcuna intenzione di prendere in considerazione l’idea di pagare tale clausola e liberare Spalletti da tale vincolo. E a mettere benzina sul fuoco ci ha pensato il patron De Laurentiis.

    TUONA ADL - “Ho chiesto garanzie sul rispetto di questo periodo sabbatico, inserendo una penale nel caso in cui il suo impegno fosse venuto meno. Per quanto riguarda la Federazione, osservando la vicenda in discussione, ciò che mi appare più sorprendente è che si arrivi a poche settimane da due gare molto importanti della Nazionale, subendo le dimissioni dell’allenatore Roberto Mancini. E se la scelta cade giustamente su Spalletti, grande allenatore con 25 anni di esperienza ad alto livello, che ha espresso il calcio migliore d’Europa nell’ultima stagione, offrendogli uno stipendio di 3 milioni netti per tre anni, non ci si può fermare di fronte all’accollo (pagare per conto dell’allenatore) di un milione lordo per anno per liberarlo dal suo vincolo contrattuale (impegno non solo verso il Napoli ma nei confronti di tutti i suoi milioni di tifosi). Tutto ciò è incoerente. Per il Calcio Napoli tre milioni non sono certo molti, e per Aurelio De Laurentiis sono ancora meno. Ma la questione nel caso di specie non è di vil denaro, bensì una questione di principio””. Una questione di principio. A De Laurentiis non è tanto l’aspetto econimico a cui interessa quanto vengano rispettati gli accordi presi in essere proprio quest’estate. Un veto che quindi pone in salita il profilo di Spalletti. Tocca passare al piano B, o meglio al piano A parte 2.

    IL RITORNO – Con Spalletti alle prese con il nodo penale, ecco che le quotazioni di Antonio Conte risalgono vertiginosamente. Il secondo piano A pensato da Gravina, l’altro grande allenatore attualmente libero sulla piazza. Lo stesso ex Tottenham, nel corso di questi giorni, ha capito la preferenza iniziale verso il collega con più esperienza ma ha comunque dato la sua disponibilità. Comprendendo di non essere una riserva, una scelta passata in secondo piano e con i nuovi risvolti intravisti con De Laurentiis e Spalletti, ecco che Conte diventa l’indiziato numero uno a prendere le redini della Nazionale maggiore azzurra. Ora Gravina è al lavoro per capire se persistono i margini per far diventare Spalletti nuovo CT, se si potrà trattare con l’istrionico patron partenopeo o se sarà lo stesso ex Napoli a provvedere nella restituzione della somma pattuita in sede di rescissione (un po’ come fu nel passaggio dall’Udinese alla Roma). Se la pista tramontasse, allora Conte balzerebbe in vetta alle preferenze, tornando a sedersi sulla panchina dell’Italia dopo il biennio già vissuto tra il 2014 e il 2016. Serve accelerare i contatti: Gravina deve fornire una risposta.

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