Redazione Calciomercato
Italia a Euro 2024, la missione compiuta da Spalletti: è il Re Mida del nostro calcio
LA NOMINA - Era settembre quando l'allenatore del Napoli campione d'Italia accettava la proposta del presidente della Figc, Gabriele Gravina, e prendeva l'eredità di Roberto Mancini. Un fulmine a ciel sereno che aveva sconquassato il calcio italiano. Gli azzurri erano spaesati, spalle al muro. Avevano iniziato un girone complicato, zoppicando. Poi è arrivato il tecnico di Certaldo e la musica è cominciata a cambiare. Sono arrivate tre vittorie, due pareggi e un ko nelle sei gare della sua gestione. Una media di 1,83 punti per partita, 32 i calciatori impiegati e ben tredici le reti fatte in sei match per una media di 2,17. Una squadra asfittica che faceva fatica a segnare, rivitalizzata dagli schemi e dalla freschezza di Spalletti.
BEL GIOCO - L'Italia ha centrato l'obiettivo e ha anche giocato bene, a sprazzi. L'highlight resta il primo tempo di Wembley quando gli azzurri se la sono giocata alla pari con l'Inghilterra, andando a comandare in casa di una delle nazionali più forti al mondo in questo momento. Spalletti ha raccolto una squadra sfiduciata e l'ha rimessa in moto. Ha riacceso l'entusiasmo. Ha avuto l'ardore di cambiare ma anche di affidarsi agli uomini di Mancini. Ha puntato su Immobile e poi gli ha preferito attaccanti più freschi. Ha recuperato Kean e Zaniolo, puntato sui giovani come Udogie e Scalvini ma anche sui grandi vecchi come Acerbi e Jorginho. Il tutto mentre perdeva protagonisti per infortuni e circostanze extra campo. Ha scommesso nel match più duro su Buongiorno e ha avuto ragione. Da un po' di tempo a questa parte, d'altronde Spalletti ha sempre ragione.