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    Inzaghi gioca con due ali e ha sempre il controllo attivo della partita. Perciò l’Inter resterà lassù

    Inzaghi gioca con due ali e ha sempre il controllo attivo della partita. Perciò l’Inter resterà lassù

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Delle mie candidate ai primi quattro posti (nell’ordine: Napoli, Inter, Juventus, Milan), solo la Juventus non è a punteggio pieno. Le altre, Napoli, Milan e, soprattutto, Inter non hanno perso l’occasione di confermare l’ottimo esordio di una settimana fa. L’Inter, chiamata a rispondere alle altre due (il Verona è un intruso), ha fatto meglio di tutti. Sia perché non ha ancora subìto un gol, neppure in maniera casuale, sia perché ha un piglio nel liquidare le partite che esplicita una sicurezza per ora disarmante. A Cagliari ci ha messo mezz’ora (Dumfries al 21’ e Lautaro Martinez al 30’), ha colpito due pali (Lautaro nel primo quarto d’ora, Calhanoglu nell’ultimo), ha concesso due mezze occasioni agli avversari (Nandez e Azzi), ha sedato Luvumbo, un veltro, che aveva sostituito l’infortunato Pavoletti.

    Per la verità, e perché le grandi del nostro campionato godono sempre di un occhio di riguardo, ci sono state proteste vivaci (almeno fuori dal campo) per un contatto tra Luvumbo e i piedi di Bastoni e Cuadrado. Fabbri ha fatto proseguire e il Var non è intervenuto (o ha confermato il silenzio dell’arbitro). Era il 72’, ma un eventuale rigore (per me Fabbri ha visto bene perché sembra sia Luvumbo ad allargare la gamba) non avrebbe riaperto la partita. Troppo superiore l’Inter, troppa distanza tecnica tra le due contendenti, nessuna sbavatura o concessione nella fase difensiva, più due frecce piantate nel costato del Cagliari. Fino al 71’ Dumfries e Dimarco. Poi Cuadrado e Carlos Augusto. 

    Ora si fa un gran parlare del gioco difensivista di Simone Inzaghi. Arrigo Sacchi dice e scrive che è bravo, ma che rinuncia sempre ad un giocatore perché fa la difesa a tre, spesso ampliata a cinque. Ora non so se pare solo a me, ma l’Inter di quest’anno e, segnatamente quella di ieri sera, gioca con due uomini in più a centrocampo, perché i due esterni sono altrettante ali. Dumfries un gol l’ha segnato (diagonale dopo pregevolissimo assist di Thuram), Dimarco, invece, è stato decisivo nella terza marcatura in campionato di Lautaro. Sua l’iniziativa sulla sinistra, di Thuram (ancora una volta) l’innesco e di nuovo di Dimarco il passaggio filtrante per il capitano goleador (azione e realizzazione da applausi).

    Di più. L’Inter, non solo è molto compatta, ma ha una difesa relativamente alta. Certo, non siamo a livello della scuola olandese, però mai la linea è ricacciata indietro e, quando accade, è per la volontà di autodeterminarsi lo spazio. Tuttavia contro il Cagliari non ce n’è stato bisogno visto che la squadra di Inzaghi l’ha demolito in fretta e poi, pur senza strafare, ha proposto un controllo attivo della partita. Cos’è un controllo attivo? Il giocare sempre nella metacampo avversaria, far girare con velocità la palla, affidarsi alla corsa degli esterni, concludere sia da dentro che da fuori area. 

    Il tutto facendo scomodare dalla panchina Frattesi, Cuadrado e Carlos Augusto solo a partita archiviata. Per la prossima, con la Fiorentina, potrebbe mancare Mkhitaryan, uscito per infortunio. In attesa di sapere di cosa si tratta, l’auspicio di molti (me compreso) è di vedere Barella e Frattesi insieme con la regìa sempre affidata a Calhanoglu. Non sono dettagli, perché l’ex Sassuolo è arrivato a Milano per fare il titolare e dal suo inserimento l’Inter potrà trarre ulteriori benefici in un centrocampo tra i migliori d’italia.

    La difesa, ancora priva di Acerbi e di Pavard (sempre che arrivi), non è munitissima, ma l’allenatore si è creato parecchie variabili in caso di necessità (Darmian è una di queste). Piuttosto è l’attacco a lasciare qualche perplessità. Detto che Thuram segna poco, ma è un grande acquisto (ieri partita sublime), molto ruota intorno a Lautaro. A questa media (3 gol in 2 partite) tutto va più che bene. Il problema è quando lui rallenterà (se rallenterà) o si asterrà (se si asterrà). Allora io vedo poco Arnautovic (comunque più logico come vice Thuram) e meno ancora Sanchez (sostituto naturale dell’argentino). Un’incognita forse, ma che in questo fine agosto improvvisamente uggioso non turba i sogni di chi va già a mille.

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