Intermania: togliere la fascia a Icardi sarebbe una mossa da società di serie B
POMO DELLA DISCORDIA - Tutto per un episodio finito nel dimenticatoio e rievocato dall'attaccante argentino nella sua autobiografia: 1° febbraio 2015, l'Inter perde 3-1 a Reggio Emilia contro il Sassuolo e a fine partita si assiste al solito triste teatrino, con i giocatori chiamati sotto la curva a prendersi fischi, insulti e a dover chiedere scusa. Non entro nel merito del caso della maglia data da Icardi a un bambino e ritiratagli indietro da un capo ultrà perché non so come siano andate esattamente le cose e nemmeno mi interessa.
CIRCO TAFAZZI - Il punto è un altro: tralasciando la mancata opera di prevenzione da parte della società (compito che non rientra nei ruoli del direttore sportivo, quindi Ausilio non ha colpe), l'errore più grave è stato commesso da chi ha riacceso i riflettori su questo episodio, facendo riesplodere un caso che era già morto e sepolto. Icardi? No, la curva. Perché quelle pagine incriminate nell'autobiografia sarebbero passate quasi inosservate se gli ultras non avessero sollevato tutto questo polverone. Spesso il popolo nerazzurro si lamenta con i media, accusati di essere troppo critici sempre e solo contro l'Inter. Stavolta è stata la curva a fare un clamoroso autogol, con un autolesionismo alla Tafazzi. Definendo un giocatore della propria squadra 'merdaccia', 'bastardo', 'infame' e 'pagliaccio'. Contribuendo così a trasformare l'Inter in un circo. A proposito, sono d'accordo soltanto sul termine 'mercenario': lo sono tutti i calciatori professionisti, comprese le bandiere come Zanetti, Maldini, Del Piero e Totti. Perché (giustamente) nessuno lavora gratis.
CANCRO DEL CALCIO - Gli ultras si vantano di mettere sempre il bene dei colori nerazzurri davanti a ogni cosa, invece hanno fatto l'esatto contrario. Meglio minare gli equilibri di una squadra già fragile mentalmente pur di partecipare al campionato nazionale di celodurismo nel tifo organizzato, per non fare brutta figura con i 'colleghi'. Colpirne uno per educarne cento. Scherzo del destino, proprio in occasione della partita contro il Cagliari, dove quest'anno hanno fatto togliere la fascia di capitano a Storari, impresa non riuscita a Udine con Danilo. Purtroppo dal mondo ultrà vengono imitati solo i comportamenti negativi, che dalla serie A scendono fino ai dilettanti e addirittura alle giovanili, estendendosi come un tumore che rischia di uccidere il calcio.
ULTRAS PADRONI - "Dov'è la società?", si chiede poi la Curva Nord. Spero con tutto il cuore che la risposta non sia quella anticipata dal vicepresidente Zanetti, il quale ha già fatto capire che ci saranno dei provvedimenti nei confronti di Icardi: "I tifosi sono la cosa più importante e dobbiamo fare di tutto per avere rispetto nei loro confronti". Verissimo, ma i tifosi sono tutti gli interisti, non solo chi occupa il secondo anello verde facendo cori e striscioni. Il resto di San Siro (la stragrande maggioranza, senza contare tutti quelli che non erano allo stadio) ha fischiato gli ultras applaudendo e incitando Icardi, anche dopo l'errore su rigore. Non si può non tenerne conto. O forse è più comodo dare ragione alla pericolosa minoranza che fa più casino. E di fronte alla quale bisogna solo stare zitti e chiedere scusa a prescindere, sempre e comunque.
SERIE B - Per fortuna c'è chi dice no. I caratteri forti che non si piegano non sono ben visti in curva: basti pensare ai vari Bobo Vieri (123 gol in nerazzurro), il Fenomeno Ronaldo (59 gol), Zlatan Ibrahimovic (66 gol) e Mario Balotelli (28 gol). Richiesta multi-milionaria di risarcimento danni, trasferimenti al Milan, gestacci e maglia buttata per terra: loro sì che avevano commesso degli errori gravi agli occhi dei tifosi, altro che Icardi (58 gol)... Colpevole del peccato di lesa maestà nei confronti degli ultras. Caro Mauro, lei non voleva fare niente di male e quindi non deve vergognarsi: vada avanti a fare il suo mestiere, a testa alta. Non merita di perdere la fascia da capitano. Se l'Inter decidesse altrimenti, si dimostrerebbe una società debole. Da serie B, come la maggioranza del pubblico, definito "di merda" da coloro i quali si autoproclamano tifosi di serie A. E' ora di finirla.
@CriGiudici