Intermania: le contraddizioni della Cina e del fair play finanziario Uefa
DIFETTI COLLATERALI - Nato ai tempi di Platini con buoni propositi (ridurre l'indebitamento dei club), ma che ha causato un grave effetto collaterale: far vincere quasi sempre gli stessi. Perché il principio di base è: si può spendere quello che si guadagna. Il problema è che chi vince, guadagna di più e di conseguenza può investire maggiormente rispetto alla concorrenza. In questo modo il gap non diminuisce, anzi aumenta. Non a caso in Italia domina la Juventus, come il PSG in Francia e il Bayern in Germania. Il presidente dell'Uefa, Ceferin lo sa bene e infatti sta studiando nuove soluzioni regolamentari.
AUTOFINANZIAMENTO - Tornando in casa nerazzurra, non tutti i mali vengono per nuocere. Perché "tanta spesa" non sempre è sinonimo di "tanta resa": ormai non c'è più bisogno di ricordare gli oltre 70 milioni di euro sborsati per i cartellini di Joao Mario e Gabigol... Mercato a parte, Suning sta comunque investendo sull'Inter, facendo crescere il club nel mondo sotto tanti punti di vista. L'obiettivo a medio-lungo termine è renderlo in grado di camminare con le proprie gambe, senza l'aiuto del mecenate di turno: un sistema che andava bene ai tempi di Moratti, ma che non è più competitivo nel calcio moderno. Il primo traguardo da centrare in ordine di tempo è la qualificazione in Champions League. Non sarà facile, ma Spalletti farà tutto il possibile per riportare la squadra nell'Europa che conta. Con o senza altri rinforzi. E con lo stesso spirito di Wang Manfu, il bambino di 10 anni arrivato ghiacciato a scuola dopo aver camminato (#SenzaTregua) per 4 chilometri sulla neve a meno 9 gradi. Altra piccola grande contraddizione della Cina, una superpotenza economica mondiale ancora alle prese con tanta povertà sociale.
@CriGiudici