Intermania: il dopo Icardi non può essere Dzeko, con Lautaro meglio Chiesa di Lukaku
L'Inter sta pensando anche a lui in vista del prossimo mercato estivo, quando Icardi sarà messo in vendita. Senza nulla togliere a Dzeko, sarebbe meglio evitare di investirci. Perché ha già 33 anni e un ingaggio da 4,5 milioni di euro netti a stagione, lo stesso di Nainggolan. Sedici anni fa, nel gennaio del 2003, proprio dalla Roma arrivò un altro grandissimo attaccante: Batistuta. Che a Milano fallì per la gioia del presidente Franco Sensi, il quale si vantò pubblicamente di aver rifilato una "sola" a Massimo Moratti. Tuttavia, a differenza del Re Leone, Dzeko è ancora integro fisicamente.
Il punto è un altro: l'Inter deve costruire l'attacco del futuro attorno a Lautaro Martinez. Che, pur non essendo un gigante, è una prima punta. Un po' atipica, alla Aguero. Che proprio con Dzeko ha giocato 100 partite insieme al Manchester City (9 gol di Dzeko su assist di Aguero e 8 gol di Aguero su assist di Dzeko) vincendo due volte la Premier League, ma 5 e 7 anni fa...
La prima domanda da porsi è questa: per Lautaro sarebbe meglio giocare unica punta centrale (affiancato da due ali e supportato da un trequartista) come quest'anno oppure affiancargli un altro attaccante centrale? E ancora: questo attaccante deve essere una prima (Lukaku) o una seconda punta come Messi (o Dybala) nella nazionale argentina?
Conte vinse il primo scudetto alla Juve con Vucinic e Quagliarella. Quest'ultimo è un altro giocatore assimilabile come caratteristiche a Lautaro, che formerebbe una coppia da sogno con Chiesa. Da accentrare al suo fianco avvicinandolo alla porta per fargli migliorare la media-gol: sua e del 'Toro' argentino. Ma prima bisogna fare i conti con la Fiorentina e soprattutto con la spietata concorrenza della Juventus.