Intermania: meglio il calcio senza ultras che una squadra senza bomber
A proposito, ricordate il suo gioco della torre? Quando era chiamato a decidere chi buttare giù tra due alternative. Ebbene, se la scelta fosse tra Icardi e gli ultras, personalmente non avrei dubbi e mi terrei tutta la vita l'attaccante argentino. Perché il calcio è semplicità: vince chi segna più gol o chi ne prende meno, dipende dai punti di vista. Ed è fondamentale poter contare su un bomber che accenda la fantasia di grandi e piccini, e soprattutto che la butti dentro.
Contro la Lazio l'Inter ha sfornato una quantità industriale di cross (45, uno ogni due minuti di gioco!) senza fare un tiro in porta degno di questo nome. Invece con il Genoa, al primo vero traversone di Asamoah, dopo il velo di Perisic è arrivato subito il gol del redivivo Gagliardini, poi autore di una doppietta come all'andata. Icardi non è entrato direttamente nell'azione, ma la sua presenza in area di rigore è bastata a fare la differenza. Il palo, la rete su rigore e l'assist per Perisic confermano l'importanza di avere in campo una prima punta di ruolo.
Tornando al discorso ultras, va premesso che è (quasi) sempre sbagliato generalizzare: non tutte le curve sono uguali, così come non sono tutti uguali i tifosi che le frequentano. Ve lo dice uno che, quando il Fenomeno Ronaldo era arrivato all'Inter, aveva l'abbonamento al secondo anello verde di San Siro. Allora si cantava: "Son 30 anni che svalvoliam per te, forza Inter alé". Coro ancora attuale, ma 'leggermente' modificato: "Son 50 anni che svalvoliam per te, forza Inter alé". Come passa il tempo, nostalgia canaglia...
Detto ciò, gli incidenti prima di Inter-Napoli e la successiva presa di posizione della Curva Nord contro la lotta al razzismo sposata dalla società nerazzurra basterebbero da sole per far passare dalla parte del torto gli ultras. Che poi hanno chiesto e ottenuto di varcare i cancelli di Appiano Gentile per parlare alla squadra prima del derby vinto col Milan (quali meriti avranno in più degli altri tifosi, che a volte definiscono "pubblico di merda"?). E in questi giorni hanno invitato il club a mandare via Icardi. Il quale avrà senz'altro le sue colpe, ma non è l'unico responsabile della brutta situazione che si è venuta a creare. Ha sbagliato negli ultimi due mesi, però la sua esperienza a Milano è iniziata ben 70 mesi fa. Una percentuale (2,85%) tutto sommato accettabile.
Gli interisti hanno perdonato peccati anche più gravi ad altri grandi attaccanti come Bobo Vieri (appena raggiunto da Icardi a quota 123 gol in maglia nerazzurra) e Ronaldo, colpevole di essere andato al Milan. E ora sono disposti a fare altrettanto con l'argentino, pur di non vederlo alla Juve: scommettiamo che, se dovesse segnare domenica contro l'Atalanta, gran parte del pubblico di San Siro smetterà di fischiarlo e tornerà a urlare il suo nome? MA-U-RO I-CA-RDI!