Inter, Roma e Fiorentina hanno poco da rimproverarsi, ma la Storia non si ricorderà del loro orgoglio
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Paradossalmente è che non abbiamo nulla da rimproverare alle nostre tre formazioni. Hanno fatto tutte il massimo e, Inter e Roma, sono andate anche oltre qualche limite oggettivo. Quindi è relativo sostenere che è mancato solo un soffio per pareggiare con il City o vincere ai rigori con il Siviglia. La realtà dice che ancora non siamo al livello di due medie squadre europee (Siviglia e West Ham), mentre l’Inter può giocare a fare il City per mezz’ora, ma non è il City. C’è una grande differenza tra la vittoria (anche ai calci di rigore) e una bellissima sconfitta. Sul piano tecnico, comportamentale, fisico e morale le distanze possono anche assottigliarsi, ma chi alza la coppa avrà fatto, agli occhi della storia, sempre qualcosa in più. Cioé avrà vinto. Quindi, come minimo, non avrà sbagliato o non sarà stato vittima di errore.
Percepisco molto orgoglio, da parte dei tifosi interisti, per come la loro squadra ha giocato contro l’avversario, in teoria più forte del mondo, e anche per il rispetto che hanno loro testimoniato, sportivi italiani di altre fedi. E’ un sintomo generale di maturità e di crescita. Però, alla fine, il City è campione e l’Inter no. L’unica cosa che resta e non torna.