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    Inter, per Inzaghi la seconda stella è più importante della Champions

    Inter, per Inzaghi la seconda stella è più importante della Champions

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Un’occasione persa, per colpa e non per sfortuna. Anche se Simone Inzaghi a fine partita era contento per la qualificazione anticipata, lo 0-0 contro la Real Sociedad non è stato un pareggio ma una sconfitta. Un’occasione persa, appunto, perché l’Inter poteva e doveva vincere, tra l’altro davanti ai suoi tifosi, per chiudere al primo posto nel girone, guadagnandosi un avversario sicuramente meno temibile negli ottavi. Invece la squadra con il miglior attacco in Italia per la prima volta dall’inizio della stagione, dopo quindici gare di campionato e cinque di Champions League, non ha segnato nemmeno un gol e soprattutto ha creato pochissime occasioni per sbloccare lo 0-0, graditissimo agli avversari. Colpa in generale di un approccio sbagliato alla gara e in particolare del turnover deciso dal tecnico nerazzurro, purtroppo recidivo in tal senso.

    Ricordare, per credere, il famoso derby del 5 febbraio 2022 in cui l’Inter, che stava dominando la partita al di là dello striminzito 1-0, riuscì a farsi battere dal Milan, pagando le scelte del tecnico nerazzurro che tolse Perisic e Calhanoglu. Soltanto 5’ più tardi arrivò il pareggio di Giroud, che poi firmò la doppietta del sorpasso lanciando i rossoneri verso il definitivo sorpasso in classifica. Per tutti gli interisti, e anche per chi scrive, quello fu uno scudetto regalato, figlio di un turnover sbagliato.

    E così, proprio nel ricordo di quel derby dominato ma perso, ripensando alle recenti scelte di Inzaghi tornano a galla i dubbi sulle scelte del tecnico nerazzurro. Non può essere un caso, infatti, che l’Inter abbia rischiato di essere travolta a Lisbona, nella sua ultima trasferta di Champions, quando Inzaghi stravolse la squadra risparmiando ben nove titolari. Quello 0-3 alla fine del primo tempo, poi trasformato in un prezioso 3-3 finale grazie all’ingresso di Thuram e Barella, è stato un campanello d’allarme che Inzaghi non ha raccolto.

    Come se la Champions fosse un allenamento per conquistare lo scudetto della seconda stella, da utilizzare quindi per far riposare gli uomini migliori a cinque sere dalla partita sul campo della Lazio, contro la Real Sociedad il capocannoniere del campionato, Lautaro, è entrato soltanto a metà ripresa e tra l’altro al fianco di Arnautovic e non del suo compagno abituale Thuram. Un’altra scelta incomprensibile, come la rinuncia iniziale a Barella e Bastoni, rilanciati soltanto nel finale.

    Le conseguenze di questa occasione persa le conosceremo lunedì, quando il sorteggio riserverà all’Inter non il Copenaghen, il Lipsia o il Porto, ma un avversario tra i più temibili Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco, Barcellona, Borussia Dortmund, Atletico Madrid o Arsenal. Con l’aggravante, da non sottovalutare, che la gara di ritorno si giocherà in trasferta. Come complicarsi la vita, quindi, perché a quel punto non si potrà parlare di sfortuna, né ci si potrà accontentare di partecipare gli ottavi come l’anno scorso, quando però l’Inter realizzò un’impresa qualificandosi come seconda alle spalle del Bayern Monaco, ma davanti al Barcellona, in un girone obiettivamente molto più difficile rispetto all’ultimo, in cui i nerazzurri erano favoriti come vice-campioni d’Europa in carica. E quindi Inzaghi sbaglia a considerarsi soddisfatto dopo lo 0-0 dell’altra sera. Con la speranza che non sbagli più nel dosaggio del turnover, perché è vero che ha un organico extralarge ma l’equilibrio così importante in campo lo è altrettanto fuori, quando bisogna decidere le sostituzioni durante le partite e soprattutto tra una partita e l’altra. E siccome la stagione scorsa ha sfiorato il successo nella finale di un anno fa, non può valere la discutibile giustificazione che stavolta la Champions è meno importante della seconda stella.

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