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Inter, Mkhitaryan ritrova De Rossi e la Roma: la sfida al passato e la rinascita con Inzaghi
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INAMOVIBILE – L’ex Roma è ormai fondamentale nello scacchiere di Simone Inzaghi. Il centrocampista ex Manchester United è arrivato in punta di piedi alla Pinetina nel luglio del 2022 (dopo un travagliato addio alla Capitale, dove si pensava che non potesse più essere un elemento decisivo all’interno della rosa) ritagliandosi un ruolo di assoluta e primaria importanza nello scacchiere nerazzurro. Mezzala di classe, estro e fantasia, alla corte dell’Inter, Mkhitaryan ha trasformato il suo gioco, la sua posizione: da pedina, da sostituto di lusso, a inamovibile nell’11 di Inzaghi. Nemmeno l’arrivo di Frattesi ha scalfito la sua titolarità, a dimostrazione che il suo arrivo a parametro zero è stato un movimento saggio e di assoluto rendimento. Le sua abilità tecniche e l’intelligenza tattica da sempre avuta saranno un’arma fondamentale, in un match contro un passato e una persona, in particolare, che per poco non ha incrociato nella Capitale.
IN PRINCIPIO FU DI DE ROSSI - Era il 2019 quando Daniele De Rossi lasciò la Roma per la sua ultima avventura in carriera, con la maglia del Boca Juniors, La Roma perse il suo capitano, oltre a un prezioso profilo d'esperienza in rosa. E il suo posto, sotto questo punto di vista, fu occupato proprio da Mkhitaryan, arrivato nel corso di quell’estate. Mai incrociatisi come compagni, l’armeno e l’ora tecnico capitolino si sono confrontati come avversari, sino a domani, per tre volte in carriera: un doppio incrocio, agli ottavi di finale di Champions League, nel 2011 con la maglia dello Shakhtar Donetsk - due vittorie degli ucraini sui capitolini - e un Armenia-Italia, datato 2012, dove entrambi andarono a segno, ma furono gli azzurri a prevalere. Ora, Mkhitaryan gioca ancora, De Rossi allena e sono pronti al 4° confronto della loro carriera.
OCCHI PUNTATI – La sfida contro l’Inter sarà il primo vero big match per la Roma, dopo l’esonero di Mourinho. De Rossi ha ancora poche ore per studiare le giuste contromisure, specialmente contro l’armeno, vero fattore del centrocampo dell’Inter, assieme ai suoi fidi compagni di reparto Barella e Calhanoglu. L’armeno sarà una variabile importante nella sfida: per le sue caratteristiche, per la sfida a quel passato a così vicino e per dimostrare che quel recente rinnovo firmato con i nerazzurri sino al 2026 è solamente l’ennesima ottima scelta, dopo l’addio alla Roma, della sua carriera. Dall’eredità di De Rossi a concedergli il primo dispiacere come allenatore dei giallorossi: il passo è breve.