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Inter, Marotta non si blinda. Il rischio più grande, più di una cessione del club
BANDIERA DELL'INTER? VEDIAMO - Presente al Festival dello Sport di Trento, l'ad nerazzurro in mixed zone è stato stuzzicato sul suo futuro e da chi, come i tifosi interisti lo vorrebbero per sempre in dirigenza. "Se posso diventare la bandiera dell'Inter? Io sono onorato di essere all’Inter, però poi ci sono tanti fattori che non dipendono da me". Un messaggio che è anche un monito, soprattutto, dopo le frecciatine sull'impegno della proprietà di soltanto qualche giorno fa dal palco del premio Golden Boy: "All'Inter Abbiamo dovuto acuire l'ingegno, fare di necessità virtù anche senza grandissimi investimenti. Il vantaggio di questa proprietà è che ti lascia lavorare tranquillo, non ti condiziona".
SCADENZA - Arrivato all'Inter nel dicembre 2018 dalla Juventus, l'approdo di Marotta in nerazzurro è coinciso di fatto, con la crescita incondizionata del valore sportivo del club, con la vittoria dello scudetto di Conte, le due Coppe Italia e le due Supercoppe con Inzaghi, e le due finali europee, una di Europa League e una di Champions League perse nel 2020 e nel 2023. L'apporto di questa dirigenza a questa squadra è a conti fatti importantissimo e quel monito lanciato dall'ad interista fa riflettere anche pensando a un contratto in scadenza al 30 giugno 2025.
RISCHIO PIU' GRANDE - I giocatori passano, l'Inter resta, è una frase che gli abbiamo sentito dire spesso, ma verrebbe da dire che non tutti i dirigenti passano lasciando lo stesso segno e quello lasciato da Marotta ha ritrasformato la realtà nerazzurra in una piazza vincente. Il suo possibile addio è oggi il rischio più grande. Anche più grande di quello di trovarsi, fra 7 mesi, con una nuova proprietà al posto della famiglia Zhang. Che sia questo il fattore che non dipende da lui con cui si dovrà confrontare?