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    Inter, il regalo della Lazio vale la prima fuga del campionato

    Inter, il regalo della Lazio vale la prima fuga del campionato

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    L’Inter sgomma e se ne va, 13esima vittoria del campionato, +4 sulla Juventus, + 9 confermato sul Milan. Dispersi tutti gli altri. Solita storia anche stavolta: guai a sbagliare, ché Inzaghi subito ti frega. Quello di Marusic poi non è nemmeno un errore, ma direttamente un regalo, che Lautaro scarta senza aspettare di tornare a Milano per essere sotto l’albero. Retropassaggio sciagurato (suggerito dal compagno Gila, peraltro), dribbling sul povero Provedel e sinistro ad anticipare la scivolata disperata proprio di Gila. Come se fosse finita.

    Fin lì, 40 minuti tutti o quasi della Lazio, col miglior Zaccagni di stagione, un Immobile di nuovo appuntito, Felipe finalmente minaccioso. Un’illusione, da lì in poi nulla o quasi, giusto una fiammata di Rovella in avvio di ripresa, per l’unica parata di Sommer in tutta la partita. Il raddoppio di Thuram chiude la partita, un’altra volta con la firma della ThuLa: Lautaro già 15 gol, mentre per Thuram adesso sono 7.

    L’errore clamoroso di Marusic spezza l’equilibrio e spegne l’entusiasmo della Lazio, fino a quel momento più intraprendente e anche più bella dell’Inter e di certo migliore della squadra che pascola senza gloria a metà classifica dopo quasi mezza stagione. Un regalo vero, che nessuno può concedere a nessuno, figuriamoci a Lautaro: 29esimo gol del 2023. Sarri rinuncia in partenza a Luis Alberto (dentro Kamada) e come previsto non rischia Romagnoli.

    Gli danno molto gli esterni di attacco, meglio Zaccagni di Felipe, ma non abbastanza. Immobile è scattante e di buon umore, ma non è mai pericoloso perché nessuno lo innesca come servirebbe. Il centrocampo laziale regge, perché Inzaghi lascia fare. Come sempre, cerca di stare lontano dai guai e perciò di fronte a un avversario tanto aggressivo cosa fa? Ragiona e si lascia aggredire, tanto sa che prima o poi qualcuno sbaglia. L’importante è approfittarne.

    Detto e fatto e primo vera fuga del campionato. La rincorsa degli altri sarà dura, così come ora sarà durissima rimproverare a Inzaghi di avere sacrificato il primo posto nel girone di Champions alla trasferta nel suo ex stadio, dove peraltro aveva perso due volte su due nelle stagioni precedenti. L’Inter vera per l’obiettivo vero, e così arriva la sesta vittoria nei 7 confronti diretti con le avversarie che giocano in Europa.

    Solo Allegri e la Juventus sono riusciti a fermare i nerazzurri, ma non perché siano più forti del Napoli o del Milan, ma solo perché Inzaghi a Torino ha evitato di rischiare. Il campionato come il Giro d'Italia: non gli serviva vincere anche quella tappa, l’importante era che Allegri non prendesse l’abbuono dello scontro diretto. Tanto prima o dopo c’è un Genoa che arriva a darti una mano.

    L’Inter ha vinto a Bergamo e a Napoli e stavolta in casa della Lazio. A San Siro ha distrutto Milan e Fiorentina e abbattuto il muro di Mourinho. Attacca bene (39 gol, 10 in più del Milan, secondo attacco) e difende meglio (-7) con Sommer all’undicesimo clean sheet del campionato. Chi può fermarla?

    Sarri ci ha provato col ritmo e l’aggressione alta e magari non ci sarebbe riuscito lo stesso. Marusic ha rovinato tutto e non sapremo mai come sarebbe andata. Ora conta zero. Il secondo tempo è stato ovviamente più semplice per l’Inter, che ha rischiato solo una volta in avvio, per un pallone che Rovella strappa a Calhanoglu, prima di sparacchiarlo su Sommer. Poi l’attesa del raddoppio, che Thuram (controllo di destro e gol col sinistro), firma sul filtrante di Barella. Sipario e fuga.
    @GianniVisnadi

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