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    Inter, il mercato sulle spalle di Marotta: scendono i costi, ma incombe sempre l'occhio della Uefa

    Inter, il mercato sulle spalle di Marotta: scendono i costi, ma incombe sempre l'occhio della Uefa

    • Federico Albrizio
    Un derby totale tra Inter e Milan. Rivali in campo e spesso e volentieri anche sul mercato, terreno di gioco nel quale si mettono in campo strategie e filosofie opposte, dettate anche dal momento storico. Non è mistero che la situazione economica dei nerazzurri, nonostante gli introiti extra dati dallo straordinario cammino della squadra di Simone Inzaghi fino alla finale di Champions League persa contro il Manchester City, non sia delle più rosee: pesano le passività del club di proprietà della famiglia Zhang (circa 863 milioni di euro, perdite per quasi 400 milioni negli ultimi due anni), il caso Digitalbits e la spada di Damocle rappresentata dalla UEFA.

    SULLE SPALLE DI MAROTTA - In questo scenario di difficoltà, l'Inter è riuscita comunque a condurre una campagna acquisti in grado di garantire a Inzaghi un gruppo competitivo per la stagione, grazie soprattutto alla vasta esperienza di Marotta e Ausilio. André Onana è stato il grande sacrificio dell'estate, operazione da 55 milioni di euro (pagabili in quattro anni dal Manchester United) che ha dato ampio sollievo alle casse nerazzurre, che hanno beneficiato di altri addii come quelli di Brozovic, Gosens, Lukaku, Dzeko, Skriniar, Correa e Handanovic. Necessario come spesso accaduto negli ultimi anni, attingere dai giovani e così sono partiti anche Mulattieri e Fabbian. Oltre 132 milioni di euro incassati, oltre il doppio di quanto speso in entrata: poco più di 63 milioni di euro, che hanno consentito di portare a Milano Pavard (acquisto più costoso con 30 milioni), Sommer, Bisseck e Frattesi, riscattare Asllani e Acerbi, ingaggiare parametri zero come Cuadrado, Thuram, Sanchez e Klaassen, ottenere rinforzi come Audero, Carlos Augusto e Arnautovic. Operazioni a ridotto impatto economico che guardano più al presente che al futuro. Fondamentali però per perseguire la campagna di abbattimento dei costi, a partire dal monte ingaggi. Missione compiuta, perché i costi per gli emolumenti della squadra sono passati dai 75 milioni di euro netti dello scorso bilancio (129 al lordo) a 70,9 milioni netti (117,8 al lordo) con un risparmio annuo da 11,2 milioni. anti i cambiamenti, a partire dai rinnovi di contratto di Calhanoglu (il più pagato) e Bastoni, ma anche i tantissimi addii (Lukaku, Skriniar e Dzeko su tutti) e gli acquisti come Thuram e Pavard al loro posto che, grazie al Decreto Crescita, hanno spostato verso il basso il costo totale.

    LA UEFA NON MOLLA - Non è però finita qui, perché come scritto in avvio sull'Inter incombe sempre l'occhio della UEFA. Un anno fa i nerazzurri hanno firmato un settlement agreement dopo le violazioni del regolamento per il Fair Play Finanziario negli ultimi anni, un accordo quadriennale all'interno del quale la società di viale della Liberazione si è impegnata a rispettare determinate norme: il settlement agreement copre i cinque bilanci dal 2022 al 2026 e le cinque stagioni dal 2022/23 al 2026/27, "lo scopo principale consiste nel garantire che il Club rispetti i requisiti di stabilità nel periodo che sarà analizzato nella stagione 2026/27 (e che coprirà i bilanci 2024, 2025 e 2026)", spiegava la UEFA. Nel dettaglio, l’Inter dovrà avere entro la stagione 2025/26 uno scostamento accettabile a livello di "football earnings rule" (la norma che ha sostituito quella legata al break-even pari a massimi 60 milioni aggregati per le stagioni 2024 e 2025. Inoltre, la società nerazzurra ha accettato una sanzione pari a 4 milioni (il 15% della sanzione complessiva) che la UEFA prenderà dai premi legati alla partecipazione alle coppe nella stagione 2022/23, mentre ulteriori 22 milioni (il restante 85% della sanzione) sono condizionati al rispetto degli obblighi nelle prossime stagioni. A questo si aggiungono restrizioni anche per le iscrizioni alle liste per le stagioni 2022/23 e 2023/24: l'Inter non può iscrivere giocatori nella lista UEFA per le coppe a meno che il "Bilancio della Lista A" non sia positivo, ossia sia positiva la differenza tra i costi dei giocatori in uscita ("Risparmio sui costi") e i costi dei giocatori in entrata ("Nuovi costi"). Questo obbligo sarà condizionato al rispetto dei target finanziari per le stagioni 2024/25, 2025/26 e/o 2026/27. Cosa succederebbe qualora l'Inter superasse i limiti indicati dalla UEFA del -60 milioni di aggregato? Due possibili sanzioni sportive aggiuntive, a seconda della cifra in eccesso: restrizione riguardo il numero di giocatori registrabili nella lista per le competizioni UEFA o esclusione dalle coppe per una stagione. Qualora l'Inter non dovesse rispettare il settlement agreement, la UEFA potrebbe applicare una delle seguenti sanzioni a seconda dell'entità della violazione: multa, limitazione del numero di giocatori nella stagione 2027/28, divieto di tesseramento di nuovi calciatori nella stagione 2027/28, esclusione dalla prossima competizione UEFA per club per la quale altrimenti si qualificherebbe nelle successive tre stagioni a partire dalla stagione 2027/28.

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