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    Inter, Adani: 'Ma quale sfortuna, vi spiego cosa non va e cos'ha Lautaro'

    Inter, Adani: 'Ma quale sfortuna, vi spiego cosa non va e cos'ha Lautaro'

    Ex Inter, ora commentatore e volto noto e seguitissimo del mondo del calcio italiano, Lele Adani è tornato sul momento di crisi del club nerazzurro. Lo ha fatto in un'intervista a La Gazzetta dello Sport, tra presente e futuro, in vista della Champions League. Ecco le sue parole.

    "Dopo tutti quei gol sbagliati dai nerazzurri con la Salernitana, pareva destino che il pareggio sarebbe arrivato, in un modo o nell’altro. Chiaro sono stati sfortunati. Ma quando le cose si ripetono un po’ troppe volte, non può essere solo questione di buona o cattiva sorte. L’Inter ha perso a La Spezia sbagliando tanti gol, poi con la Fiorentina in un modo simile. Ecco, se Inzaghi e la squadra cominciano a pensare che i risultati sono frutto solo di episodi sfortunati, commettono un grave errore. Perché poi è difficile liberarsi da questo pensiero...”.

    "In Champions c'è il Benfica che avrà anche perso ieri con il Porto, ma è una squadra che in tutta la stagione ha sbagliato sì e no una o due partite, un po’ come il Napoli. È forte, non concederà tante occasioni e mette in campo la direzione tecnica di Rui Costa nella sua massima espressione e le idee di un allenatore bravo come Roger Schmidt. Mi aspetto che i portoghesi facciano la loro solita partita di dominio del ritmo e del gioco. L’Inter dovrà essere perfetta e fortunata lì dove non lo è stata di recente: nelle due aree di rigore”.

    “Inzaghi non ha un Rafa Silva, genietto tra le linee di Schmidt, capace di dare fantasia alla manovra. E anche gli esterni non possiedono nel bagaglio tecnico l’uno contro uno. Eppure l’Inter in Serie A crea generalmente tanto, grazie alla pulizia dei passaggi, alla fisicità e al lavoro degli attaccanti. Ecco, contro il Benfica non si può pretendere di avere le occasioni di Salerno o di concedere pochissimo a un avversario che gioca un gran calcio. E allora bisogna essere cinici davanti e bravi dietro. Parafrasando quello che è successo nell’andata con il Porto: Lukaku che segna, Onana che para”.

    “Col Porto avevo detto che sarebbe stato decisivo Lukaku e alla fine ha deciso proprio lui... Stavolta dico Lautaro, che arriva da un periodo poco brillante, ma deve svoltare. A 25 anni ha segnato 8 gol in Champions. Sono pochi per un calciatore che ha giustamente l’ambizione di essere considerato tra i migliori. Lui è il classico calciatore che maschera la condizione con la cattiveria agonistica e il sacrificio. Ha un atteggiamento vincente, ma ieri su quello scatto, prima di sbagliare lo scavetto davanti a Ochoa, si è visto che ha la gamba un po’ debole”.
     

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