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  • In Copertina - Dybala, il "normale" che diventa "straordinario" fra chi si chiama fuori per colpa del mercato

    In Copertina - Dybala, il "normale" che diventa "straordinario" fra chi si chiama fuori per colpa del mercato

    • Renato Maisani
      Renato Maisani
    Da quando le gare di Serie A sono spalmate in fasce orarie e giorni diversi, le copertine assegnate in una giornata di campionato sono tante, praticamente una per ogni match. In maniera un po' nostalgica, però, l'idea di dedicare una "copertina" a uno solo dei protagonisti del weekend scegliendo tra i tanti che calcano i campi della Serie A punta a porre un accento più marcato.

    La prima copertina stagionale è quindi per Paulo Dybala. No, a differenza di altri colleghi non ha fatto goal né contribuito al successo della Roma, ma - spoiler - la nostra copertina non sarà dedicata al miglior giocatore della giornata, semplicemente a colui (talvolta a coloro) che si è preso la scena in maniera significativa. E Dybala lo ha fatto più di tutti.

    Il campionato è infatti iniziato, ancora una volta, con il calciomercato ancora aperto, tra le proteste di addetti ai lavori, tifosi e - soprattutto - allenatori. E tra un Lookman che chiede di non essere convocato, un Koopmeiners "desaparecido", un Chiesa praticamente fuori rosa e un Osimhen sul quale regna il silenzio, c'è un Paulo Dybala che - seppur attratto dalle sirene arabe (o più probabilmente "spinto" verso di loro dalla società) - si comporta come ogni professionista dovrebbe fare e cioè restando al servizio della squadra, attendendone le decisioni sul fronte mercato e rispettandone quelle sul piano tecnico, andando a sedere in panchina.

    E, da quella panchina, nessun segnale di malessere, nessuna smorfia, nessuna distrazione, anzi. La disperazione dopo la parata di Scuffet sull'amico Soulè è solo il fermo immagine di 69 minuti vissuti da tarantolato, da primo tifoso della squadra. Il messaggio è chiaro: indipendentemente da ciò che gli riserverà il futuro, Dybala è ancora un calciatore della Roma e, finché così sarà, darà tutto per la maglia giallorossa.

    "Cosa c'è di strano?",
    verrebbe da chiedersi. Beh, di strano c'è - appunto - che ciò che dovrebbe rientrare nella normalità sia visto come un qualcosa di straordinario perché il collegamento "trattativa-esclusione" sembra ormai automatico durante le ultime settimane di mercato. Lo si fa, a volte, per preservare i giocatori da possibili infortuni che potrebbero far saltare affari milionari ma, sempre più spesso, perché il calciatore "è distratto dalle voci di mercato". O almeno questo ci raccontano. Come se ognuno di noi, nel proprio mestiere, dopo un colloquio di lavoro con un'altra azienda chiedesse un periodo di pausa finché non riceverà una risposta - positiva o negativa - sull'esito dell'incontro. Irreale. Ma non nel calcio.

    Dybala, invece, non solo si è reso disponibile ma ha anche disputato venti minuti da protagonista, cambiando letteralmente il volto della Roma e offrendo a Dovbyk il possibile pallone della vittoria con una pennellata delle sue. Una di quelle giocate che i tifosi della Roma temono di non vedere più già a partire dalla prossima gara e senza le quali l'intera Serie A perderebbe una buona fetta di qualità. E soprattutto un professionista vero.

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