Il sogno di Inter e Milan durerà fino al derby, poi qualcuno si sveglierà
Spalletti avrà tutti dalla sua parte, come mai è avvenuto ai ct negli ultimi 40 anni, anche per l’inconfessata voglia comune di dare una lezione a chi se ne è andato in modo tanto inelegante. Per non parlare poi dell’Arabia Saudita, che presumibilmente - da indifferente che ci era - avrà d’ora in poi tutto il tifo italiano contro, proprio per l’arroganza dei suoi comportamenti.
La sosta delle nazionali rimanda ovviamente di una settimana anche il derby della seconda stella, come sinteticamente può essere definita la quinta sfida del 2023 fra Inter e Milan, finora di gran lunga le 2 squadre più belle del reame. Belle, a tratti bellissime, quasi perfette. Le nazionali sullo sfondo, ma il derby nell’obiettivo: viglia allungata, raddoppiata, un sabato non del villaggio ma dello scudetto in cui l’attesa sarà la cosa più bella per almeno una delle 2 squadre. E proprio questo è il punto.
Il 16 settembre non sarà il redde rationem per lo scudetto, ma qualcuno ci lascerà le penne e scoprirà che non è solo oro ciò che finora ha luccicato. Inevitabile e non è questa la sede per anticipare difetti di 2 squadre che al momento sembrano non averne, sarebbe azzardato e soprattutto presuntuoso, anche se spiegare gli zero gol subiti da Sommer in 3 partite anche con la pochezza delle squadre avversarie, non è affermazione spericolata. Attenzione, la Fiorentina resta squadra forte e rognosa, ma non quella che Italiano ha proposto contro l’Inter, per 9/11 uguale a quella che meno di 3 giorni prima aveva giocato una decisiva sfida per l’Europa.
Applausi all’eterno Giroud, che è un campione e i rigori ha il merito grande di non sbagliarli mai, finché glieli danno. Applausi globali e comuni al mercato di entrambe le squadre, ma il Milan ha trovato il vice Giroud nell’ultimo pomeriggio di mercato, uno scarto della Fiorentina, dopo aver cambiato 4 obiettivi in 2 giorni. Un tanto al chilo, purché fosse un altro giocatore nuovo. Un po’ come Klaassen, arrivato in volata all’Inter, al posto di Ndombelé e Maxime Lopez, 3 giocatori differenti fra loro, quando la richiesta di Inzaghi è che fossero soprattutto chili e centimetri, cioè forza fisica per il centrocampo.
Chiacchiere che la sosta dilata nel tempo, con l’effetto di insaporire la vigilia del derby, non certo di annacquarla. Qui non c’è pronostico, il campo dirà chi è più forte: meglio però che ci sia un vincitore, quale che sia. Il pareggio, magari frutto di tattiche prudenti, timori dell’avversario o chissà che altro, si potrebbe leggere come sconfitta per entrambe.
@GianniVisnadi