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    Il Napoli resta di un altro pianeta, ma l'Inter è la prima degli umani

    Il Napoli resta di un altro pianeta, ma l'Inter è la prima degli umani

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Tre gol e tre punti per la gioia di Amadeus e di tutti gli altri tifosi dell’Inter che applaudono il successo sull’Udinese grazie alla ritrovata, anche se separata, Lu-La. E pazienza se tra il gol dell’1-0 su rigore di Lukaku, che aveva segnato soltanto all’esordio a Lecce, e l’ultimo del 3-1 di Lautaro che lo rileva a metà ripresa, ce n’è uno che non porta la loro firma, perché quello del 2-1 di Mkhitaryan è altrettanto importante visto che riporta i nerazzurri in vantaggio dopo il momentaneo pareggio di Lovric allo scadere del primo tempo. Riletto alla fine il punteggio premia giustamente la superiorità dell’Inter, ma non rispecchia la sofferenza con cui la squadra di Inzaghi si è aggiudicata i tre punti.

    Partita nel migliore dei modi, malgrado l’abbondante turnover in vista della sfida con il Porto, l’Inter si illude di vincere facilmente, dopo il rigore ripetuto da Lukaku che era riuscito a farsi parare il primo tiro, e invece subisce il pareggio dell’Udinese al primo vero tentativo. Un’ingiustizia sul piano tecnico, ma al tempo stesso la conferma dei limiti dell’Inter che subisce troppi gol per la mancanza di filtro in mezzo al campo. Non è quindi il caso di prendersela con Handanovic, tornato dopo quattro mesi con i gradi di capitano, né tantomeno con il trio difensivo tutto italiano composto da Darmian, Acerbi e Bastoni, perché davanti a loro la squadra manca di equilibrio per la presenza di tanti assaltatori, primo tra tutti Barella e l’assenza di un vero incontrista, visto che Brozovic rilanciato al posto di Calhanoglu, è un regista più portato a impostare che a difendere. 

    E così tanta superiorità tecnica, di fronte a un’Udinese che spesso si difende con dieci uomini nella propria metà campo, se non addirittura nella propria area di rigore, non basta, perché l’Inter è pericolosissima quando attacca con Dumfries e Dimarco sulle fasce, ma rischia troppo quando Pereyra fa partire il contropiede dei friulani, come in occasione del gol di Lovric. 

    Stavolta, però, malgrado tanti errori in fase conclusiva, per troppa frenesia o per la bravura di Silvestri che para tutto o quasi, la bilancia pende dalla parte dell’Inter che trova il gol del raddoppio quando Dimarco dalla sinistra crossa al centro per Mkhitaryan, bravisismo a deviare al volo il gol del 2-1. A quel punto, l’Inter riesce a non farsi più sorprendere, malgrado qualche rischio di troppo. E grazie al gol di Lautaro, che poco prima ne aveva sbagliati un altro, può chiudere senza altri affanni. Il Napoli rimane su un altro pianeta con i suoi quindici punti di vantaggio, ma quello che conta ormai è il più tre sul Milan che vale il primo posto nella classifica degli umani in prospettiva Champions. In attesa di affrontare il Porto che misurerà le ambizioni europee dell’Inter.

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