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  • Milan, Fonseca si gode Pulisic e Reijnders: due nuovi leader oltre a Theo e Leao

    Milan, Fonseca si gode Pulisic e Reijnders: due nuovi leader oltre a Theo e Leao

    • Gabriele Stragapede
    Una rondine non fa primavera. E una vittoria non scaccia la crisi, ma aiuta serenamente a vedere la luce in fondo al tunnel. Il Milan di Paulo Fonseca vince e convince (per la prima volta in stagione), sconfiggendo il Venezia di Eusebio Di Francesco per 4-0. La formazione rossonera ha dominato i lagunari, a tratti inesistenti, alleggerendo la pressione sul tecnico lusitano e sulla squadra dopo un avvio di annata che definire negativo è un eufemismo. Un incontro che ha dato segnali importanti e che si era chiusa già dopo 30 minuti: il primo gol è arrivato dopo nemmeno 2’ con Theo Hernandez su assist di Leao, gli uomini più attesi in seguito alle polemiche prima della sosta. Ha raddoppiato Fofana su calcio d'angolo, prima dei due rigori segnati, a distanza di pochi minuti, da Pulisic e Abraham. Un primo successo stagionale, dunque, per i rossoneri, che si concedono un’iniezione di fiducia in vista della prima gara della fase campionato di Champions League contro il Liverpool e della stracittadina di domenica sera contro l’Inter, match che può rappresentare il primo vero turning point per i rossoneri. Due impegni di fondamentale importanza per proseguire un’annata che non è cominciata sotto i riflettori più brillanti.

    SEGNALI IMPORTANTI – Ma quali sono questi segnali importanti? Dicevamo, in primis Theo e Leao. I due simboli di questa era rossonera erano finiti al centro della critica dopo il caso cooling break dell’Olimpico, durante la sfida contro la Lazio. Serviva una risposta convincente, a livello di prestazione e atteggiamento. Seppur il test contro il Venezia non fosse dei più probanti (ma il Milan ha iniziato la stagione con due soli punti tra Torino, Parma e Lazio), ecco che una reazione è arrivata: chiara, limpida, a dimostrazione dell’unità che lega i due giocatori e dell’amore incondizionato da parte della propria tifoseria. Ma sono stati gli unici a lanciare un messaggio a squadra, dirigenza e pubblico di San Siro.

    I NUOVI LEADER – Se Theo Hernandez e Rafael Leao erano i più attesi, ecco che ci sono almeno due altri pilastri di questo Milan che hanno fornito l’ennesima riprova della loro centralità nel progetto Milan e della loro piena collaborazione a prendersi sulle spalle le responsabilità di questa rosa. Parliamo di Christian Pulisic e Tijjani Reijnders. Non sono una novità in quel di Via Aldo Rossi, già durante la loro prima annata in rossonero avevano pienamente dimostrato il loro valore assoluto e la loro dimensione internazionale. Cosa si chiedeva di più? Di alzare l’asticella, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche comportamentale. Statisticamente parlando, c’è ben poco da dire: 17 reti e 13 assist in 54 presenze totali per l’americano, stesso numero di partite con 4 gol e 5 passaggi decisivi per l’olandese in un anno che ha vissuto da mediano e da mezzala.

    PRENDERE PER MANO – Ma nel vuoto di potere tecnico delle ultime settimane, contraddistinto dall’episodio cooling break di Leao e Theo, il Milan aveva la necessità impellente di trovare delle figure di carisma e di leadership nei 90’ minuti. L’esterno statunitense si è immediatamente calato nella dimensione richiesta, ma è un fatto che non sorprende, dato che, anche nei momenti oscuri di questo avvio di stagione, il classe ‘98 non ha mai fatto mancare il suo contributo, il suo impegno. Sempre tra i più positivi in campo (anche nella sconfitta di Parma, dove aveva siglato la rete del momentaneo pari), sempre pronto a sacrificarsi in fase difensiva, sempre pronto a svoltare il match con una giocata, un’accelerazione, un’idea. Lo statunitense ha inoltre beneficiato della libertà di manovra e spazio concessa a Reijnders – su questo, ci torniamo a breve -: per un giocatore che conduce sempre a testa alta, avere meno compiti di copertura, è stato fondamentale per sfruttare quella verve, quella chance di far male in ogni occasione possibile. E sulla sinistra il Milan ha rivisto sprazzi del Leao che dev’essere, ecco che Pulisic non se n’è mai andato.

    INTERCAMBIABILE – E tra chi non ha mai dato impressione di lasciar mentalmente la squadra, c’è anche Reijnders. La sosta per le Nazionali (è stato convocato in Nations League dall’Olanda) ha messo in luce le sue qualità sulla mediana: il CT Koeman l’ha utilizzato in questa posizione ibrida, un po’ mediano, un po’ con libertà d’azione sulla trequarti. Sempre partendo da centrale, a differenza di quanto lascia vedere in rossonero. Più decentrato, più mezzala con capacità d’inserimento e di legare il gioco con la fase offensiva. Eppure Fonseca un’indicazione l’ha data anche nel prepartita: “Penso che possiamo avere entrambi i momenti (l'olandese e Loftus-Cheek sulla trequarti). Le strutture sono diverse in diverse zone del campo: un momento in cui Loftus e Reijnders sono più vicini, altro in cui sarà più avanti". Una situazione che si è vista anche nella sfida al Venezia, dove il classe ‘98 si è spinto in proiezione, curando spesso la tattica nella zona sia di Leao e Theo che di Pulisic. Reijnders si è spesso scambiato la posizione con Loftus-Cheek, dando non solo maggior profondità di pensiero alla manovra meneghina, ma anche una soluzione alternativa alla sostanza dell’inglese. Tanto fraseggio, tanta qualità in ogni azione, tanta voglia di avere il pallone tra i piedi e fornire un’occasione alla propria squadra. Testa e gambe che vanno di pari passo, una leadership che cresce e un Milan che vuole rinascere dalla propria cenere. E in un anno che ha visto perdere due leader tecnici come Giroud e Kjaer, ecco che Pulisic e Reijnders, insieme a Theo e Leao, si candidano a ereditarne il posto. Per il bene del Milan.

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