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    Il Milan parlerà cinese. Ma il club vale la metà di quanto detto da Berlusconi

    Il Milan parlerà cinese. Ma il club vale la metà di quanto detto da Berlusconi

    Riportiamo integralmente l'articolo del collega de Il Sole 24 Ore Gianni Dragoni sull'ipotesi di cessione di parte del pacchetto azionario del Milan da parte di Silvio Berlusconi. Come confermato a calciomercato.com dall'esperto di calcio e finanza del quotidiano milanese Marco Bellinazzo, il numero 1 rossonero si è convinto ad aprire la porte ad una partnership straniera e il magnate cinese Wang Jianlin, neoproprietario di Infront, è il principale indiziato ad acquistare una fetta del club di via Aldo Rossi. L'articolo di Dragoni spiega però che il valore di mercato del Milan è ben diverso da quello prospettato ai suoi interlocutori da Silvio Berlusconi...


    Un nuovo socio forse, ma solo di minoranza, con una quota intorno al 30% al massimo. E cinese. Nelle discussioni in corso sul possibile nuovo socio del Milan Ac si rafforza l’ipotesi che, se Silvio Berlusconi aprirà le porte del club comprato 29 anni fa, questo potrebbe essere Wang Jianlin, un miliardario dotato di un patrimonio personale stimato in 25 miliardi di dollari, più o meno come il patrimonio attribuito da Forbes all’inventore della Nutella appena scomparso, Michele Ferrero. Fino a poche settimane fa Jianlin era uno sconosciuto in Europa. Adesso è considerato quasi una star. Secondo The Economist, Jianlin contende a Jack Ma, il patron di Alibaba, il titolo di uomo più ricco della Cina, secondo altri sarebbe “solo” il quarto uomo più ricco della Cina.

    Perché tutto questo interesse? Un mese fa il facoltoso cinese ha comprato il 20% dell’Atletico Madrid per 45 milioni di euro. E due settimane fa il colpo grosso. Il gruppo di Jianlin, Dalian Wanda, ha annunciato l’acquisto per 1,05 miliardi di euro della multinazionale svizzera Infront Sports & Media, una potenza nel business del pallone: non è una coincidenza che sia (e continuerà ad essere) guidata da Philippe Blatter, nipote del padrone del calcio mondiale, il presidente della Fifa, Joseph Blatter. Le discussioni riguardano piuttosto la valutazione del Milan. L’ipotesi più realistica, secondo quanto appreso dal Sole 24 Ore, è che tutto il Milan sia valutato tra 400 e 500 milioni, molto meno del miliardo di cui si parla in molte cronache.

    Se la valutazione tra 400 e 500 milioni per il 100% del Milan fosse accettata da Berlusconi, che attraverso Fininvest possiede il 99,9% del Milan, il potenziale nuovo socio per il 30% dovrebbe sborsare tra 120 e 150 milioni di euro, probabilmente attraverso un aumento di capitale. Questa valutazione è riferita al capitale del Milan. Diverso è il valore d’impresa (o «enterprise value»), calcolato dagli analisti finanziari aggiungendo al valore del capitale i debiti finanziari. Nell’ultimo bilancio consolidato del Milan, al 31 dicembre 2013, i debiti finanziari netti ammontavano a 256,4 milioni, più dei 254,56 milioni di ricavi, escludendo le plusvalenze da calciomercato che impropriamente alcuni club inseriscono nel giro d’affari (lo consentono le norme della Figc, in contrasto con i principi contabili internazionali). Il risultato netto consolidato del Milan nel 2013 era in perdita per 15,7 milioni, dopo plusvalenze nette per 23,4 milioni da calciomercato.

    Il Milan aveva un patrimonio netto consolidato negativo per 66,92 milioni a fine 2013: altro indice di debolezza. In questi casi una società dovrebbe essere ricapitalizzata per portare il patrimonio in positivo. Ma attraverso un cavillo di forma Figc e Covisoc chiudono un occhio, come fanno anche per As Roma, Inter e Lazio. Si deve inoltre considerare che il Milan non ha uno stadio, gli unici immobili sono i campi di allenamento di Milanello. Nel rapporto di Deloitte «Football Money League» sulle grandi squadre d’Europa per ricavi, il Milan è retrocesso «per la prima volta» sotto il decimo posto, è 12mo con 249,7 milioni di ricavi calcolati da Deloitte al 30 giugno 2014. L’Atletico Madrid è 15mo con 169,9 milioni di ricavi. La squadra spagnola l’anno scorso ha giocato la finale in Champions League, dove quest’anno è qualificata agli ottavi; il Milan neppure l’anno prossimo farà la Champions League, che, come sottolineato anche da Berlusconi, vale almeno 50 milioni di ricavi.

    I 45 milioni pagati da Jianlin per il 20% dell’Atletico equivalgono a 225 milioni per l’intero capitale del club: date le prospettive, sarebbe già tanto se il Milan valesse il doppio dell’Atletico. La squadra italiana di maggior valore, la Juventus, proprietaria di uno stadio (unico caso in Italia insieme al Sassuolo-Mapei e all’Udinese che lo sta costruendo), in Borsa vale 240 milioni, oltre ai debiti finanziari netti pari a 206 milioni a giugno. Se la Juventus (decima in Europa nell’ultima classifica di Deloitte con 279,4 milioni di ricavi) venisse messa in vendita probabilmente il valore di Borsa salirebbe. Ma, considerando questi riferimenti, è difficile pensare che il Milan possa strappare valutazioni più generose di 400-500 milioni. Chissà se a Berlusconi basterà.

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