Calciomercato.com

  • Getty Images
    Il Milan è stanco e senza titolari: perde con il Napoli e rischia la Champions, ma Pioli ha fatto il massimo

    Il Milan è stanco e senza titolari: perde con il Napoli e rischia la Champions, ma Pioli ha fatto il massimo

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Senza la difesa per trequarti (Calabria, Kjaer e Romagnoli), senza Bennacer a centrocampo, senza Ibrahimovic e il vice Ibrahimovic (Mandzukic) in attacco, il Milan di Pioli paga le fatiche di Manchester, la prima notte buia di Kessie, la svogliatezza di Leao e perde dal Napoli in casa (0-1) in modo più netto di quanto non dica il risultato.

    La conseguenza più evidente è che la Juventus, pur con una gara in meno, è a ridosso del secondo posto dei rossoneri (meno 1), che l’Atalanta non è lontana (meno quattro) e che il Napoli (anch’esso con una partita da recuperare) è a tre punti potenziali.

    Grande bagarre sotto il cielo del campionato dove una sola squadra (l’Inter) viaggia ormai sicura verso l’obiettivo (lo scudetto), mentre le altre, scornate (la Juve) o attardate (la Roma), tentano l’assalto ad un Milan che, oltre ai giocatori, sta perdendo punti e sicurezza.

    La vittoria di Verona e il pareggio in casa dello United sono stati due miracoli ravvicinati. Il terzo, contro il Napoli appunto, non poteva verificarsi secondo logica e biologia. Il Milan è rimaneggiato, usurato e braccato. Restare tra i primi quattro sarà un’impresa visto che, tra disgrazie e incombenze, Rebic è stato espulso allo scadere e giovedì c’è il ritorno con lo United.

    Il rischio di implodere nel giro di un paio di settimane c’è, quello di restare fuori dalla Champions anche. Ma non sarò certo io a colpevolizzare qualcuno (società, staff tecnico, giocatori) per il momento negativo. Il problema è che all’improvviso una serie di situazioni si stanno concatenando con l’unico esito di complicare i progetti dell’allenatore e i piani della squadra.

    Il Milan finora ha fatto più del dovuto e più del previsto. A Verona e Manchester quando molti - me compreso - prevedevano un crollo senza ritorno, ha espresso calcio di qualità, iniziativa e dominio pur senza i suoi calciatori più bravi e rappresentativi. Il gruppo - si è detto - è ancora in grado di produrre energia positiva, di esibire la resistenza, di conseguire risultati.

    Ieri sera, invece, all’improvviso - seppur con molti preavvisi - la squadra ha preso a girare a vuoto, ha incontrato un avversario che sta uscendo da grandi difficoltà, ma che ha ripreso a vedere la luce, ha sbagliato qualche passaggio di troppo, è arrivata qualche volta in ritardo sulle palle contese, ha creato poco davanti.

    Così, inevitabilmente più che meritatamente, il Milan ha perso (gol di Politano al 49’) e ha rischiato di subire ancora se non fosse stato per la bravura di Donnarumma (strepitoso su Fabian Ruiz) e per una poco fortunata, ma ammiccante, conclusione di Osimhen (subentrato a Mertens).

    Paradigmatico il gol subito: Dalot in possesso di palla serve male Castillejo che la perde, Kessie si fa saltare, il passaggio a cercare Politano trova Theo Hernandez fuori posizione (era salito per accompagnare l’azione) e il diagonale, ancorché sporco, è decisivo.

    Schierati con sistemi di gioco speculari (4-2-3-1), Milan e Napoli hanno dato vita ad una partita aperta e senza economie, bella perché ricca di cambi di fronte, abbondante di palleggi e fraseggi, interpretata quasi come una finale.

    I tre punti servivano ad entrambi, ma il Napoli aveva più urgenza di rientrare nel gruppo delle migliori. Sarà per questo che già nel primo tempo ha fatto di più sia sul piano delle conclusioni (Insigne e Zielinski, grande gol mancato) sia sul piano della manovra. Il Milan correva all’indietro con poca anima e senza ispirazione perché Kessie ha speso troppo e Calhanoglu rientrava giusto ieri.

    I rossoneri si sono visti poco e quel poco in maniera del tutto frammentaria: un tiro centrale di Leao, qualche movimento senza palla piuttosto prevedibile. Latitanti Krunic e Castillejo, sostituiti al 60’ - assieme a Calhanoglu - con Rebic, Saelemaekers e Brahim Diaz. Cambi azzeccati e opportuni, ma poco sfruttati dai compagni. Per esempio, Rebic ha pennellato una palla sontuosa per Leao quasi dentro all’area piccola, ma il portoghese ha colpito molle e facile per la presa di Ospina.

    Poi è stato Tonali, su punizione, a trovare la deviazione aerea di Rebic e sempre Ospina, con una prodezza legata all’istinto, ha respinto.

    Grande animazione nel finale quando l’arbitro Pasqua, richiamato dal Var, è andato a rivedere un presunto contatto in area del Napoli tra Bakayoko (sostituto di Demme) e Theo Hernandez. Il tocco non c’era (il piede di Bakayoko non sfiora nemmeno quello dell’avversario) e bene ha fatto Pasqua a confermare la regolarità dell’azione. Ciononostante Gattuso ha protestato beccandosi il giallo e Rebic, che ha imprecato contro l’arbitro, ha preso il rosso.

    Così non va, ma di più, questo Milan, non può.

    :(actionzone)
    IL TABELLINO

    Milan-Napoli 0-1 (primo tempo 0-0)

    Marcatori: 4' st Politano (Nap)

    Assist: 4' st Zielinski (Nap)


    MILAN (4-2-3-1): Donnarumma; Dalot, Gabbia, Tomori, Theo; Tonali, Kessié (dal 21' st Meite); Castillejo (dal 15' st Saelemaekers), Calhanoglu (dal 15' st Diaz), Krunic (dal 15' st Rebic); Leao (dal 33' st Hauge). A disposizione: A. Donnarumma, G., Tătărușanu, Kalulu, Kjær, Díaz, Hauge, Meïte, Saelemaekers, Rebić. Allenatore: Pioli.

    NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Hysaj; Fabian Ruiz, Demme (dal 33' st Bakayoko), Zielinski (dal 30' st Elmas); Politano (dal 33' st Mario Rui), Mertens (dal 14' st Osimhen), Insigne. A disposizione: Meret, Contini, Mario Rui, Zedadka, Costanzo, Elmas, Lobotka, Bakayoko, Osimhen, Cioffi. Allenatore: Gattuso.

    Ammoniti: 25' pt Maksimovic (Nap), 23' st Di Lorenzo (Nap), 40' st Hernandez (Mil), 42' st Insigne (Nap)

    Espulsi: 47' st Rebic (Mil)  

    Altre Notizie