Il Milan è maturo anche nei baby. Fuga scudetto entusiasmante e non si inizi a dire che è favorito dagli arbitri
E il Milan a Genova, dopo le vittorie di Inter, Juve e Napoli, era sceso in campo con l’obbligo di vincere per mantenere il vantaggio in classifica. Ecco, questo aspetto mentale era proprio la difficoltà più grande da superare contro la Sampdoria. E, ancora una volta i rossoneri hanno stupito tutti e sono riusciti a tirar fuori dal cilindro una partita di carattere, coesione e determinazione straordinari.
Oltre alla squadra di Ranieri, coriacea e scorbutica, pericolosissima sulle palle inattive, ci si è messo anche il campo pesante che ha mandato in crisi il leggerissimo Brahim Diaz. La scelta di Pioli si è rivelata non azzeccata, ma il tecnico è stato pronto a rimettere le pedine al posto riaccentrando Calhanoglu e inserendo il promettente Hauge a inizio ripresa. Il norvegese ha dimostrato di essere di un’altra pasta rispetto al malagueño e ancora una volta è risultato decisivo dando il la alla stupenda azione del raddoppio di Castillejo.
Un’azione che ha visto protagonista anche Rebic, uno dei migliori in campo a Marassi. Il croato non avrà di certo la presenza in area e la saggezza tattica di Ibrahimovic, ma in queste partite lo sta sostituendo alla grande. Sia in fase di costruzione della manovra offensiva sia quando va a respingere nella propria area di rigore tutti i calci d’angolo blucerchiati. L’unico che non è riuscito a respingere è stato quello da cui è scaturito il gol che ha riaperto la partita proprio quando sembrava essere stata appena chiusa. E proprio quel quarto d’ora di sofferenza finale è stata la dimostrazione di una coesione e di una forza del gruppo eccezionali.
Il Milan esausto ha stretto i denti e ha fatto muro per portare a casa 3 punti pesantissimi per proseguire questa fuga scudetto sempre più entusiasmante. E questa prova di forza può fornirla solo un gruppo molto molto unito. Un gruppo capace di sopperire all’assenza di chiunque, anche di giocatori chiave come Ibra, Bennacer e Kjiaer. A questo proposito, davvero eccezionale anche la prestazione del giovane Gabbia, architrave di una copertura difensiva d’altri tempi.
La fotografia del gruppo è quella della squadra che si riunisce al centro del campo a fine partita, alla presenza anche di Paolo Maldini, per celebrare insieme una vittoria pesantissima, soprattutto per il modo in cui è maturata. Per tanti anni abbiamo visto il “mucchio” dei giocatori rossoneri che si riuniva per darsi la carica nel pre partita e poi in campo, negli spogliatoi e in società, quel gruppo si scioglieva come neve al sole. In questo Milan invece non c’è bisogno di fare il “mucchio” motivatore nel pre partita, ma è molto più significativo fare lo stesso “mucchio” per festeggiare le vittorie nel dopopartita.
Questa è una differenza iconografica tra il Milan attuale e quello deprimente degli ultimi anni.
Piccola appendice finale: la vittoria di Genova è stata netta e l’arbitraggio di Calvarese ineccepibile. È vero, il Milan ha già battuto 8 rigori, ma nessuno di questi era inventato, anzi. Che adesso non si cominci a tirar fuori la favoletta del Milan favorito.