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Il mental coach Civitarese: 'Zaniolo è un vincente, mai visto uno così! Non si brucerà. E l'esultanza per Capello...'
Fattore mentale. Mentalità vincente. Reagire alle critiche. Gestire la pressione. Nicolò Zaniolo, trequartista della Roma e della Nazionale, a 20 anni, ha già vissuto 4 capitoli nella sua breve carriera tra i professionisti: anonimato iniziale, esplosione a sorpresa, difficoltà con Ranieri e in Under 21, prepotente ritorno dopo le critiche. Non facile, da gestire. E oggi, calciomercato.com, vuole provare a entrare nella mente di un giovane fuoriclasse, parlando con Roberto Civitarese, mental coach di diversi giocatori professionisti da oltre 10 anni.
Partiamo subito con una domanda secca: Zaniolo, secondo lei, ha una mentalità vincente?
"Parto da questo presupposto: il modello mentale uno o ce l'ha vincente o se lo deve creare. E io credo che Zaniolo ce l'abbia. Non credo faccia un lavoro specifico. Ha avuto alcune difficoltà e le difficoltà hanno un loro tempo di elaborazione e di ricerca della soluzione, questo tempo varia anche in base all'esperienza. Alla prima esperienza magari ci mette un po' di più a superare gli ostacoli, con l'esperienza acquisita, poi, tu puoi attingere: se un domani dovesse avere nuove difficoltà, parte dall'esperienza fatta per accelerare il suo processo di recupero".Dopo le critiche di Capello, esulta tappandosi le orecchie. E' un modo per aiutarsi?
"Credo che l'esultanza, le azioni che noi compiamo sono una conseguenza di un processo che parte dalla testa: ricevo un'informazione, la elaboro e creo una reazione. Cosa ha fatto Zaniolo: la critica è l'informazione, l'ha elaborata, e qui, nell'elaborazione, sta il suo punto di forza. Come le elabora? Pensando che quella informazione ha poco valore. Tu pensi di me che sono un giocatore problematico? A me non intacca, non mi tocca. Ci sono due aspetti che spiegano chi è: è stato messo in panchina qualche mese fa e ha fatto gol appena entrato, l'altra la situazione di Capello. La sua elaborazione è che l"a critica non mi condiziona", e il tapparsi le orecchie è la reazione. Quindi l'informazione è la critica, l'elaborazione è il 'non mi interessa', e poi c'è la reazione, che è conseguenza di come si elabora l'informazione e non dell'informazione in sé: Zaniolo è stato criticato, non dà valore all'informazione e per questo motivo si tappa le orecchie".L'ultima estate c'è stato l'Europeo Under 21, dove non è riuscito a incidere. Il rendimento coi big è stato ottimale, coi coetanei si è perso. Secondo lei cosa è successo?
"Alzare l'asticella. Quando gioca coi grandi è chiaro che il livello di attenzione, di professionalità, di sforzo, di lavoro, si alza. Alzo tutti i parametri e ottengo il risultato. Quando poi vado a un livello più basso, mentalmente è probabile che io mi adagi e abbassi i miei standard. E se abbassi gli standard, abbassi il livello. Tutto nasce da un fattore strettamente mentale, ti adagi, ed è un meccanismo inconscio, non è che uno lo fa apposta. Il giocatore si trova in un livello di difficoltà più basso e quindi si adagia".
Ha mai visto, lei che lavora da tanto in questo settore, uno con questa mentalità vincente a soli 20 anni?
"Io ho lavorato con tanti giovani, quando ho iniziato, 10-11 anni fa, come Borini e Saponara. Avevano questo atteggiamento mentale perché hanno lavorato, si può acquisire. Trovarlo naturalmente in uno di 19 anni non è frequente. Spesso vediamo giocatori che esplodono e poi si perdono, come per esempio Mastour. Santon marcava Ronaldo e non gli faceva vedere la palla, Mourinho lo esaltava, poi evidentemente è mancato qualcosa a livello mentale: elaboro le informazioni in modo diverso e rischio di bruciare le occasioni, non creando reazioni adeguate per mantenere gli standard elevati. I nostri settori giovanili non preparano un calciatore dal punto di vista mentale, li preparano dal punto di vista atletico, fisico, anche contrattuale, ma non ha una preparazione mentale adeguata ad affrontare il calcio dei grandi. Chi ha la fortuna di aver avuto determinate esperienze di vita, è pronto. A me Zaniolo piace tantissimo dal punto di vista mentale: ha questa freddezza che io insegno agli atleti con cui lavoro".
Lui è figlio della sua carriera giovanile, quindi. Scartato dalla Fiorentina, ripartito dalla Virtus Entella, andato all'Inter e poi inserito come contropartita per Nainggolan.
"Esatto. Le sue esperienze lo hanno aiutato, è sempre l'elaborazione del pensiero a fare la differenza: ricevo un'informazione e ognuno la elabora in maniera differente, se no tutti voteremmo lo stesso partito politico, tiferemmo la stessa squadra. In base a cosa, quindi, si elabora un'informazione? Le nostre convinzioni, i nostri valori, le nostre esperienze, che sono diverse. Zaniolo ha le sue esperienze e i suoi valori che gli permettono di elaborare le informazioni in maniera vincente. Zaniolo è un vincente. Ogni sfida e ogni critica le affronta in maniera vincente, da vincente. Se uno dovesse dire mentalità vincente... Nicolò Zaniolo".