Il Leicester, ovvero l'incubo peggiore di ricchi e potenti
Antonio Martines
Negli ultimi mesi si sono fatte sempre più frequenti le notizie inerenti alla nuova ipotetica superlega europea che nelle intenzioni dei grandi club continentali dovrebbe prendere definitivamente il posto dell'attuale Champions League. Il campionato in questione dovrebbe essere sul modello della NBA, composto dai club più ricchi e con più tifosi, ma la caratteristica principale è che dovrebbe essere senza retrocessioni. L'Idea di questo supercampionato non è affatto nuova in realtà, e circola almeno da una ventina d'anni, solo che ciclicamente è stata rintuzzata e messa a tacere dall'UEFA, grazie ad una Champions che nel tempo è diventata sempre più ricca e importante. L'idea quindi sembrava ormai accantonata. Solo che, proprio nel momento in cui il calcio sembrava fatto definitivamente prigioniero da arabi, russi, merchandising e superfatturati di club più o meno “mitici”, all'improvviso appare l'ultima remota, improbabile variabile impazzita di un calcio perfetto e senz'anima, ovvero il Leicester di Ranieri. Una squadra operaia, che emerge dalle nebbie dell'anonima provincia inglese e si mette in testa di poter dare l'assalto al cielo. Una squadra allenata da un anziano signore che tutti ormai davano per bollito e composta da un gruppo di ragazzotti che nella migliore delle ipotesi potevano essere considerati degli onesti mestieranti del football. E invece no! Questa squadra senza blasone, con uno stadio bello ma piccolo, di una città dell'Inghilterra di mezzo, si è messa in testa di scrivere quella che sarebbe senza ombra di dubbio la più grande impresa nella storia del calcio. Il Leicester sta diventando il condottiero di un sentimento antico e perduto, di cui tutti hanno nostalgia ma che nessuno ha il coraggio di riprendere. Un calcio che sta prendendo a schiaffi in faccia l'arroganza degli arabi con i loro dollari e dei club più blasonati che per il solo fatto di aver vinto in passato pensano di poter essere eternamente abbonati alla vittoria. Non è cosi che funziona nello sport come nella vita, e questa è una lezione che dovranno capire tutti, ma soprattutto quei tifosi che si fanno abbagliare da un certo star system calcistico nato negli ultimi 20 anni. Se il Leicester dovesse diventare campione d'Inghilterra, sarebbe un trionfo di gran lunga superiore ad una qualsiasi banalissima Champions League conquistata dal Barcellona o Bayern di turno. Si tratterebbe di un vero e proprio cataclisma dal punto di vista sportivo, per la portata simbolica ma anche e soprattutto economica del risultato. Una eventuale clamorosa vittoria del Leicester diventerebbe un potente sussulto di ribellione per tutti quei club piccoli e medio piccoli che da anni si battono per una redistribuzione più giusta delle risorse economiche provenienti da sponsor e diritti TV. Questo i potenti del calcio lo hanno capito benissimo e forse non è un caso che proprio in queste ultime settimane hanno dato una clamorosa accelerazione ad un progetto sportivo come quello della superlega europea. Ma se lorsignori pensano di potersi comprare tutto anche nello sport e farne il proprio giocattolo privato, si sbagliano di grosso. Il calcio è di tutti, soprattutto nostro. Per cui, forza Ranieri! Dimostra a Benitez e Sarri che si può ancora vincere senza grandi fatturati.