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I rinnovi di Lautaro e Barella e i colpi a zero: ecco perché l'Inter può rinforzarsi restando sostenibile
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Nessuno come l’Inter, saldamente capolista del nostro campionato e prossima all’inizio della fase ad eliminazione diretta di Champions League e alla sfida contro l’Atletico Madrid del grande ex Diego Simeone. Nessuno come l’Inter, che ha deciso con largo anticipo di provare a consolidare l’attuale superiorità nei confronti delle concorrenti aggiungendo un paio di tasselli per la prossima stagione: dopo l'acquisto di Tajon Buchanan dal Bruges, inizialmente previsto per l'estate, Piotr Zielinski dal Napoli, Mehdi Taremi dal Porto sono i calciatori individuati dall’area tecnica e da Beppe Marotta per migliorare l’attuale organico, mantenendo come principio cardine l’equilibrio dei conti ed in particolare il rapporto tra costi e ricavi.
TAGLIO DEI COSTI - Un argomento sul quale la Uefa, con cui l’Inter ha sottoscritto un settlement agreement nel settembre 2022, e lo stesso Marotta sono estremamente attenti e sensibili: una sfida che l’amministratore delegato sta riuscendo a vincere nonostante una politica ben differente da quella intrapresa da altre società italiane come Milan, Napoli e presto anche la Juventus. Dall’estate 2021, quella successiva all’ultimo scudetto conquistato sotto la guida di Antonio Conte, Suning ha imposto un drastico abbattimento dei costi in termini di monte ingaggi e sessioni di mercato autofinanziate: solo con cessioni di rilievo - Lukaku e Hakimi furono gli apripista, fino ad arrivare ad Onana nell’estate 2023 - si può intervenire in entrata. Non è riduttivo affermare che, per ognuno che esce altrettanti ne entrano, e nel computo complessivo l’Inter è chiamata a considerare il costo intero a bilancio di un giocatore tra quota di ammortamento e peso a bilancio sulla singola stagione sportiva dello stipendio al lordo.
PARAMETRO ZERO - Ma come si fa a rimanere competitivi ai massimi livelli e a sfiorare persino la vittoria di una Champions League con paletti così rigidi da rispettare? L’Inter, nelle figure di Ausilio e Marotta, ha dovuto agire di ingegno, attingendo in maniera particolare al mercato dei parametro zero, che se comportano costi inferiori in termini di cartellini - visto che a bilancio si inseriscono solo le spese di commissioni per gli agenti coinvolti nell’operazione - generano uscite più pesanti del previsto per gli ingaggi dei calciatori. E’ stato così per Hakan Calhanoglu, arrivato dal Milan nel giugno 2021, per André Onana ed Henrikh Mkhitaryan quella successiva, e la storia si è ripetuta con Marcus Thuram, Juan Cuadrado, Davy Klaassen e Alexis Sanchez nella sessione estiva 2023. Un modus operandi che si ripeterà con gli arrivi di Zielinski e Taremi e che andrà ad impattare in questo modo sulle finanze nerazzurre.
LE VITTORIE GENERANO RICAVI - Per il centrocampista polacco l’Inter si è accordata sulla base di un triennale (con opzione per un’altra stagione) a 4 milioni di euro più bonus netti - quasi 8 al lordo, in assenza di Decreto Crescita - mentre per il centravanti iraniano i circa 3 milioni più bonus per tre anni peseranno per circa 6 milioni per ogni stagione, visto che i benefici fiscali verranno a cadere anche per i giocatori tesserati dall’estero. Il monte stipendi cresce ed è destinato a salire ulteriormente, visto che in queste settimane l’Inter sta affrontando con particolare attenzione le situazioni contrattuali di Nicolò Barella e Lautaro Martinez, puntando ad un prolungamento per entrambi e ad un relativo adeguamento al rialzo degli attuali ingaggi dopo aver compiuto lo stesso percorso con Giovanni Dimarco (salito dai precedenti 2,8 milioni agli attuali 4), Hakan Calhanoglu (salito fino a 6,5) e Alessandro Bastoni (5,5) e avviato discorsi pure con l’entourage di Mkhitaryan. Dopo un’estate del 2023 trascorsa principalmente a “sforbiciare”, privandosi di ingaggi onerosi come quelli di Dzeko, Lukaku, Brozovic e Gosens, Marotta sta capitalizzando i frutti delle tante operazioni di mercato dall’esito positivo, che hanno permesso all’Inter di conquistare trofei e soprattutto aumentare gli introiti, sia grazie al cammino nell’ultima Champions League (circa 100 milioni di euro tra botteghino, diritti tv e sponsorizzazioni) che alla qualificazione al nuovo Mondiale per club della Fifa. che farà il suo esordio nell’estate 2025 e permetterà di incassare qualche decina di milioni soltanto per il percorso nel torneo.
DIVERSE STRATEGIE - Se altri competitor sul suolo italiano come Milan e Napoli - e presto pure la Juve- stanno scommettendo più sul player trading e sull’abbassamento dell’età media per essere sostenibili economicamente e possibilmente competitivi nel medio-lungo periodo, l’Inter ha scelto di puntare su calciatori più in là con l’età e dagli stipendi più impegnativi per raccogliere subito e aumentare il proprio fatturato con le vittorie. Una strategia che sta pagando e che consentirà a Marotta e Ausilio di proseguire su questa linea anche nella prossima finestra di mercato, senza tuttavia perdere di vista le linee guida dettate dalla proprietà cinese e dalla Uefa. Perché per uno Zielinski e un Taremi in entrata, vanno messi in preventivo i pressoché certi tagli di Klaassen (2,4 milioni di euro lordi), Sensi (crica 4 lordi), Cuadrado (4,6), Alexis Sanchez (4,6) e quello ad oggi in crescita di Dumfries (non c’è intesa per rinnovare il contratto in scadenza nel 2025 e migliorare l’attuale stipendio da 3,3 milioni lordi), che compensa già l’arrivo anticipato a gennaio di Buchanan (quinquennale da 2,78 milioni lordi a stagione). Aggiungere nuove pedine per aumentare le alternative a disposizione di Inzaghi e cercare di trattenere le migliori pedine per non dover ricominciare un’altra volta da capo: queste sono le intenzioni dell’Inter che guarda al futuro, in attesa di sapere cosa ne farà dell’eventuale restituzione del prestito da 385 milioni di euro - interessi compresi - di Steven Zhang ad Oaktree e quindi di un eventuale nuovo assetto societario, lavorando con fiducia sulla permanenza di Barella e Lautaro Martinez.
RINNOVI ED EQUILIBRI - Il centrocampista sardo, sotto contratto fino al 2026, percepisce oggi 5 milioni di euro netti a stagione e col nuovo accordo - che le parti confidano di avvicinare o raggiungere già in occasione dell’incontro previsto per marzo, dopo il ritorno degli ottavi di Champions League con l’Atletico Madrid - può salire fino ai 6,5 di Calhanoglu, mentre più laboriosa è la trattativa per blindare il proprio capitano, che guarda agli ingaggi corrisposti ai migliori centravanti in Serie A (Osimhen e Vlahovic) ed in Europa e punta alla doppia cifra (10 milioni netti) senza doverci arrivare attraverso i bonus attualmente prospettati dall’Inter. In entrambi i casi due sforzi significativi e ben riposti, che necessitano tuttavia di qualche sacrificio, al di là delle partenze già programmate. Perché la strategia in casa Inter non cambia, per ora: la competitività sportiva resta un mantra ma non a tutti i costi.
TAGLIO DEI COSTI - Un argomento sul quale la Uefa, con cui l’Inter ha sottoscritto un settlement agreement nel settembre 2022, e lo stesso Marotta sono estremamente attenti e sensibili: una sfida che l’amministratore delegato sta riuscendo a vincere nonostante una politica ben differente da quella intrapresa da altre società italiane come Milan, Napoli e presto anche la Juventus. Dall’estate 2021, quella successiva all’ultimo scudetto conquistato sotto la guida di Antonio Conte, Suning ha imposto un drastico abbattimento dei costi in termini di monte ingaggi e sessioni di mercato autofinanziate: solo con cessioni di rilievo - Lukaku e Hakimi furono gli apripista, fino ad arrivare ad Onana nell’estate 2023 - si può intervenire in entrata. Non è riduttivo affermare che, per ognuno che esce altrettanti ne entrano, e nel computo complessivo l’Inter è chiamata a considerare il costo intero a bilancio di un giocatore tra quota di ammortamento e peso a bilancio sulla singola stagione sportiva dello stipendio al lordo.
PARAMETRO ZERO - Ma come si fa a rimanere competitivi ai massimi livelli e a sfiorare persino la vittoria di una Champions League con paletti così rigidi da rispettare? L’Inter, nelle figure di Ausilio e Marotta, ha dovuto agire di ingegno, attingendo in maniera particolare al mercato dei parametro zero, che se comportano costi inferiori in termini di cartellini - visto che a bilancio si inseriscono solo le spese di commissioni per gli agenti coinvolti nell’operazione - generano uscite più pesanti del previsto per gli ingaggi dei calciatori. E’ stato così per Hakan Calhanoglu, arrivato dal Milan nel giugno 2021, per André Onana ed Henrikh Mkhitaryan quella successiva, e la storia si è ripetuta con Marcus Thuram, Juan Cuadrado, Davy Klaassen e Alexis Sanchez nella sessione estiva 2023. Un modus operandi che si ripeterà con gli arrivi di Zielinski e Taremi e che andrà ad impattare in questo modo sulle finanze nerazzurre.
LE VITTORIE GENERANO RICAVI - Per il centrocampista polacco l’Inter si è accordata sulla base di un triennale (con opzione per un’altra stagione) a 4 milioni di euro più bonus netti - quasi 8 al lordo, in assenza di Decreto Crescita - mentre per il centravanti iraniano i circa 3 milioni più bonus per tre anni peseranno per circa 6 milioni per ogni stagione, visto che i benefici fiscali verranno a cadere anche per i giocatori tesserati dall’estero. Il monte stipendi cresce ed è destinato a salire ulteriormente, visto che in queste settimane l’Inter sta affrontando con particolare attenzione le situazioni contrattuali di Nicolò Barella e Lautaro Martinez, puntando ad un prolungamento per entrambi e ad un relativo adeguamento al rialzo degli attuali ingaggi dopo aver compiuto lo stesso percorso con Giovanni Dimarco (salito dai precedenti 2,8 milioni agli attuali 4), Hakan Calhanoglu (salito fino a 6,5) e Alessandro Bastoni (5,5) e avviato discorsi pure con l’entourage di Mkhitaryan. Dopo un’estate del 2023 trascorsa principalmente a “sforbiciare”, privandosi di ingaggi onerosi come quelli di Dzeko, Lukaku, Brozovic e Gosens, Marotta sta capitalizzando i frutti delle tante operazioni di mercato dall’esito positivo, che hanno permesso all’Inter di conquistare trofei e soprattutto aumentare gli introiti, sia grazie al cammino nell’ultima Champions League (circa 100 milioni di euro tra botteghino, diritti tv e sponsorizzazioni) che alla qualificazione al nuovo Mondiale per club della Fifa. che farà il suo esordio nell’estate 2025 e permetterà di incassare qualche decina di milioni soltanto per il percorso nel torneo.
DIVERSE STRATEGIE - Se altri competitor sul suolo italiano come Milan e Napoli - e presto pure la Juve- stanno scommettendo più sul player trading e sull’abbassamento dell’età media per essere sostenibili economicamente e possibilmente competitivi nel medio-lungo periodo, l’Inter ha scelto di puntare su calciatori più in là con l’età e dagli stipendi più impegnativi per raccogliere subito e aumentare il proprio fatturato con le vittorie. Una strategia che sta pagando e che consentirà a Marotta e Ausilio di proseguire su questa linea anche nella prossima finestra di mercato, senza tuttavia perdere di vista le linee guida dettate dalla proprietà cinese e dalla Uefa. Perché per uno Zielinski e un Taremi in entrata, vanno messi in preventivo i pressoché certi tagli di Klaassen (2,4 milioni di euro lordi), Sensi (crica 4 lordi), Cuadrado (4,6), Alexis Sanchez (4,6) e quello ad oggi in crescita di Dumfries (non c’è intesa per rinnovare il contratto in scadenza nel 2025 e migliorare l’attuale stipendio da 3,3 milioni lordi), che compensa già l’arrivo anticipato a gennaio di Buchanan (quinquennale da 2,78 milioni lordi a stagione). Aggiungere nuove pedine per aumentare le alternative a disposizione di Inzaghi e cercare di trattenere le migliori pedine per non dover ricominciare un’altra volta da capo: queste sono le intenzioni dell’Inter che guarda al futuro, in attesa di sapere cosa ne farà dell’eventuale restituzione del prestito da 385 milioni di euro - interessi compresi - di Steven Zhang ad Oaktree e quindi di un eventuale nuovo assetto societario, lavorando con fiducia sulla permanenza di Barella e Lautaro Martinez.
RINNOVI ED EQUILIBRI - Il centrocampista sardo, sotto contratto fino al 2026, percepisce oggi 5 milioni di euro netti a stagione e col nuovo accordo - che le parti confidano di avvicinare o raggiungere già in occasione dell’incontro previsto per marzo, dopo il ritorno degli ottavi di Champions League con l’Atletico Madrid - può salire fino ai 6,5 di Calhanoglu, mentre più laboriosa è la trattativa per blindare il proprio capitano, che guarda agli ingaggi corrisposti ai migliori centravanti in Serie A (Osimhen e Vlahovic) ed in Europa e punta alla doppia cifra (10 milioni netti) senza doverci arrivare attraverso i bonus attualmente prospettati dall’Inter. In entrambi i casi due sforzi significativi e ben riposti, che necessitano tuttavia di qualche sacrificio, al di là delle partenze già programmate. Perché la strategia in casa Inter non cambia, per ora: la competitività sportiva resta un mantra ma non a tutti i costi.