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Inter, Thuram: 'Lautaro, ridi! Mio fratello è più forte di me, dormo 14 ore al giorno per raggiungere Benzema'
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LAUTARO - "Tutti i giorni mi fa pesare la finale del Mondiale in Qatar. Ogni tanto dovrei essere 'cattivo' come lui? No, forse è Lautaro che dovrebbe sorridere un po' di più! (ride, nda). Ci sono tanti caratteri diversi e c'è bisogno di tutti per fare una grande squadra. All'Inter amiamo veramente giocare assieme, siamo un gruppo molto unito. Sono arrivato a luglio, ma mi sembra di essere qui da tanti anni. Quando sono arrivato all'Inter non ho sentito quello che diceva la gente. Sono arrivato per aiutare la squadra, avevo parlato con Piero (il d.s. Ausilio, nda) già due anni fa, poi l'infortunio mi ha bloccato. Contava solo quello che pensavano lui e il mister su di me: ho lavorato, ho ascoltato tanto anche i compagni e sono contento di quello che sto facendo. Ho tanta, tanta fame di vincere. Altrimenti non sarei qua all'Inter. Voglio vincere tutto quello che c'è da vincere e aiutare la squadra".
BENZEMA - "Da piccolo tutti mi dicevano che un giorno sarei stato un numero 9, ma a me non piaceva molto: volevo stare sull'ala, dribblare, prendere la palla. L'anno scorso a inizio stagione ho avuto una discussione con mio padre, ci siamo detti le cose e ho scelto di giocare centravanti. Benzema mi piace molto, è un'ispirazione di sicuro. E un giorno vorrei arrivare al suo livello: ci provo".
HENRY - "Lo sento tanto. Mi dà consigli sulla vita, non solo sul calcio".
RONALDO IL FENOMENO - "Non ci ho mai parlato, ma se dovesse capitare gli direi una cosa: grazie, per quello che ha fatto per il calcio".
INZAGHI - "Qui in Italia ho imparato tantissimo e spero di imparare ancora tanto: posso crescere dappertutto, nel dribbling, nella corsa, nella difesa, nel tiro. Mi fermo spesso dopo l'allenamento a fare del lavoro extra, sul campo e con i video. Sono migliorato molto nel posizionamento senza palla, perché qui in Italia si lavora tanto tatticamente e si impara che un movimento può aiutare un compagno. Sto diventando un po' più cattivo in area e sto provando ad attaccare la porta diversamente".
LUKAKU - "I miei gol decisivi contro la Roma sono solo un caso. E non credo che l'assist contro la Juve all'andata fosse meno pesante, per me gli assist valgono come i gol".
MAIGNAN - "Mike l'ho sentito dopo Udinese-Milan. Quello che è successo è qualcosa di brutto, ma non qualcosa di nuovo. Uscire dal campo è stato il gesto giusto, anche delle squadre. Speriamo che si possa progredire, perché sono cose che si ripetono da tempo e niente sembra cambiare".
IL FRATELLO - "Kephren (centrocampista del Nizza, nda) è più forte di me. Può giocare in Serie A o è da Premier League? Ovunque. Per me un calciatore che può far bene in Italia, può farlo anche in Inghilterra: il calcio italiano non è meno forte".