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    Inter, Thuram: 'Lautaro, ridi! Mio fratello è più forte di me, dormo 14 ore al giorno per raggiungere Benzema'

    Inter, Thuram: 'Lautaro, ridi! Mio fratello è più forte di me, dormo 14 ore al giorno per raggiungere Benzema'

    Marcus Thuram è l'uomo in più dell'Inter lanciata verso lo scudetto della seconda stella. L'attaccante francese ha dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera: "Sono sempre allegro, da quando ero piccolo. Felice della vita, di tutto. E ancora di più in campo, coi miei compagni, a fare quello che amo di più. Voglio sempre avere il sorriso. È vero che a volte non tutto va come vorrei, ma penso che la cosa più importante sia migliorarsi e lavorare, sempre col sorriso. Perché ci sono tante cose gravi nella vita. Però quando ero piccolo la gente non capiva e non apprezzava sempre il mio modo di essere. Non a tutti piaceva questa mia allegria e si facevano sempre paragoni con mio padre. Crescere con lui è stato bellissimo, ma non è stato un vantaggio. Dopo lo sgambetto a Pavard la mia fidanzata ha scritto sui social che non avete visto niente? Tutti hanno detto che è la mia fidanzata, ma è mia cugina, che mi conosce benissimo. Dormo tanto, sulle 14 ore al giorno. Ma dopo le partite faccio più fatica, soprattutto quando vinciamo". 

    LAUTARO - "Tutti i giorni mi fa pesare la finale del Mondiale in Qatar. Ogni tanto dovrei essere 'cattivo' come lui? No, forse è Lautaro che dovrebbe sorridere un po' di più! (ride, nda). Ci sono tanti caratteri diversi e c'è bisogno di tutti per fare una grande squadra. All'Inter amiamo veramente giocare assieme, siamo un gruppo molto unito. Sono arrivato a luglio, ma mi sembra di essere qui da tanti anni. Quando sono arrivato all'Inter non ho sentito quello che diceva la gente. Sono arrivato per aiutare la squadra, avevo parlato con Piero (il d.s. Ausilio, nda) già due anni fa, poi l'infortunio mi ha bloccato. Contava solo quello che pensavano lui e il mister su di me: ho lavorato, ho ascoltato tanto anche i compagni e sono contento di quello che sto facendo. Ho tanta, tanta fame di vincere. Altrimenti non sarei qua all'Inter. Voglio vincere tutto quello che c'è da vincere e aiutare la squadra". 

    BENZEMA - "Da piccolo tutti mi dicevano che un giorno sarei stato un numero 9, ma a me non piaceva molto: volevo stare sull'ala, dribblare, prendere la palla. L'anno scorso a inizio stagione ho avuto una discussione con mio padre, ci siamo detti le cose e ho scelto di giocare centravanti. Benzema mi piace molto, è un'ispirazione di sicuro. E un giorno vorrei arrivare al suo livello: ci provo". 

    HENRY - "Lo sento tanto. Mi dà consigli sulla vita, non solo sul calcio". 

    RONALDO IL FENOMENO - "Non ci ho mai parlato, ma se dovesse capitare gli direi una cosa: grazie, per quello che ha fatto per il calcio". 

    INZAGHI - "Qui in Italia ho imparato tantissimo e spero di imparare ancora tanto: posso crescere dappertutto, nel dribbling, nella corsa, nella difesa, nel tiro. Mi fermo spesso dopo l'allenamento a fare del lavoro extra, sul campo e con i video. Sono migliorato molto nel posizionamento senza palla, perché qui in Italia si lavora tanto tatticamente e si impara che un movimento può aiutare un compagno. Sto diventando un po' più cattivo in area e sto provando ad attaccare la porta diversamente". 

    LUKAKU - "I miei gol decisivi contro la Roma sono solo un caso. E non credo che l'assist contro la Juve all'andata fosse meno pesante, per me gli assist valgono come i gol". 

    MAIGNAN - "Mike l'ho sentito dopo Udinese-Milan. Quello che è successo è qualcosa di brutto, ma non qualcosa di nuovo. Uscire dal campo è stato il gesto giusto, anche delle squadre. Speriamo che si possa progredire, perché sono cose che si ripetono da tempo e niente sembra cambiare". 

    IL FRATELLO - "Kephren (centrocampista del Nizza, nda) è più forte di me. Può giocare in Serie A o è da Premier League? Ovunque. Per me un calciatore che può far bene in Italia, può farlo anche in Inghilterra: il calcio italiano non è meno forte". 
     

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