I due volti del Milan nato col Decreto Crescita: Leao è in difficoltà, Pulisic il colpo di mercato dell'estate
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La dolce condanna quando di una squadra sei il leader tecnico ed il calciatore più importante e determinante. L’ultima risorsa alla quale aggrapparsi anche e soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà, come quello che il Milan di Stefano Pioli sta attraversando ormai da diverse settimane, complice una sequenza di infortuni muscolari senza precedenti. Problemi di cui è stato vittima anche Rafael Leao in occasione della partita contro il Lecce dello scorso 11 novembre e che hanno e stanno tuttora condizionando il ritorno alla forma migliore dell’asso portoghese: tra i meno brillanti anche nella laboriosa vittoria contro il Sassuolo che ha restituito e accompagnato addirittura da qualche fischio alla sua uscita dal campo per fare spazio a Chukwueze.
NUMERI NON DA TOP - Un po’ il segno dei tempi grami che il mondo rossonero sta attraversando dopo un’estate ed un mercato che avevano alimentato un entusiasmo poi spento da risultati e prestazioni ben lontani dalle aspettative e che, arrivati a metà della stagione, vede il Diavolo già fuori dalla Champions League e troppo distante dalle concorrenti per lo scudetto. Anche per effetto della lunga astinenza dal gol di Leao, che in campionato non va a segno a San Siro dal lontanissimo 23 settembre. Nonostante l’ancora di salvataggio lanciata da Pioli nella conferenza stampa della vigilia e la assoluta validità della giustificazione fornita per motivare il rendimento al di sotto degli standard del “10” milanista - un recupero dall’infortunio che per un giocatore abituato a strappare e a scattare di continuo risulta più difficile - a livello statistico il piatto piange e i numeri sono assolutamente incontrovertibili ed impietosi. Appena 3 le reti realizzate sino ad oggi in Serie A (più uno in Champions), troppo poche per chi è stato individuato dall’attuale management del Milan come il volto per il presente e per il futuro del club, con tanto di investitura del nuovo numero di maglia e di un nuovo contratto ed un ingaggio da top player per i quali era stato possibile beneficiare di quel Decreto Crescita che con la sua improvvisa cancellazione rischia di porre sulla strada molti ostacoli per il prolungamento delle altre stelle della squadra.
UOMO DECISIVO - Quello stesso Decreto con cui Furlani e Moncada sono riusciti nell’ultima finestra di mercato ad assicurarsi un giocatore in grado di alzare il livello come Christian Pulisic che, nel momento di difficoltà complessiva della squadra, è uno di quelli che sta emergendo in maniera positiva a livello statistico. Con 6 gol realizzati e 4 assist all’attivo, il fantasista statunitense è riuscito a tornare in doppia cifra a livello di reti propiziate a quattro stagioni di distanza dal suo ultimo exploit con la maglia del Chelsea, quando nel 2019/2020 si era spinto ad un totale di 13. Un giocatore che non è esattamente il ritratto della continuità di rendimento - l’emblema di questa versione del Milan - ma che ad oggi può essere considerata come una delle intuizioni più riuscite del mercato. La sua migliore annata londinese si chiuse con un bottino complessivo di 21 tra gol e passaggi decisivi, assolutamente in linea coi numeri messi in fila in questa prima metà di stagione tra campionato e Champions League. Giocate che hanno spesso il pregio di essere decisive per i traguardi raggiunti e quelli ancora alla portata della formazione rossonera, che se da febbraio avrà l’opportunità di restare in Europa - anche se in quella meno nobile dell’Europa League - lo deve al guizzo a Newcastle di Pulisic per il momentaneo 1-1, mentre contro Lazio, Genoa e oggi col Sassuolo sono arrivate quei gol che consentono al Diavolo di rimanere in linea con l’obiettivo minimo stagionale di stabilizzarsi in zona Champions. E’ costato 20 milioni di euro e, grazie al Decreto Crescita, il suo ingaggio da 4 milioni netti ha pesato relativamente sulle casse del club: operazioni come queste, per un nazionale statunitense e che tra Borussia Dortmund e Chelsea si era imposto all’attenzione generale anche sul palcoscenico della Champions, saranno difficilmente ripetibili in futuro. In attesa di ritrovare il miglior Leao e gli applausi per le sue serpentine, il Milan si aggrappa oggi a Pulisic.
NUMERI NON DA TOP - Un po’ il segno dei tempi grami che il mondo rossonero sta attraversando dopo un’estate ed un mercato che avevano alimentato un entusiasmo poi spento da risultati e prestazioni ben lontani dalle aspettative e che, arrivati a metà della stagione, vede il Diavolo già fuori dalla Champions League e troppo distante dalle concorrenti per lo scudetto. Anche per effetto della lunga astinenza dal gol di Leao, che in campionato non va a segno a San Siro dal lontanissimo 23 settembre. Nonostante l’ancora di salvataggio lanciata da Pioli nella conferenza stampa della vigilia e la assoluta validità della giustificazione fornita per motivare il rendimento al di sotto degli standard del “10” milanista - un recupero dall’infortunio che per un giocatore abituato a strappare e a scattare di continuo risulta più difficile - a livello statistico il piatto piange e i numeri sono assolutamente incontrovertibili ed impietosi. Appena 3 le reti realizzate sino ad oggi in Serie A (più uno in Champions), troppo poche per chi è stato individuato dall’attuale management del Milan come il volto per il presente e per il futuro del club, con tanto di investitura del nuovo numero di maglia e di un nuovo contratto ed un ingaggio da top player per i quali era stato possibile beneficiare di quel Decreto Crescita che con la sua improvvisa cancellazione rischia di porre sulla strada molti ostacoli per il prolungamento delle altre stelle della squadra.
UOMO DECISIVO - Quello stesso Decreto con cui Furlani e Moncada sono riusciti nell’ultima finestra di mercato ad assicurarsi un giocatore in grado di alzare il livello come Christian Pulisic che, nel momento di difficoltà complessiva della squadra, è uno di quelli che sta emergendo in maniera positiva a livello statistico. Con 6 gol realizzati e 4 assist all’attivo, il fantasista statunitense è riuscito a tornare in doppia cifra a livello di reti propiziate a quattro stagioni di distanza dal suo ultimo exploit con la maglia del Chelsea, quando nel 2019/2020 si era spinto ad un totale di 13. Un giocatore che non è esattamente il ritratto della continuità di rendimento - l’emblema di questa versione del Milan - ma che ad oggi può essere considerata come una delle intuizioni più riuscite del mercato. La sua migliore annata londinese si chiuse con un bottino complessivo di 21 tra gol e passaggi decisivi, assolutamente in linea coi numeri messi in fila in questa prima metà di stagione tra campionato e Champions League. Giocate che hanno spesso il pregio di essere decisive per i traguardi raggiunti e quelli ancora alla portata della formazione rossonera, che se da febbraio avrà l’opportunità di restare in Europa - anche se in quella meno nobile dell’Europa League - lo deve al guizzo a Newcastle di Pulisic per il momentaneo 1-1, mentre contro Lazio, Genoa e oggi col Sassuolo sono arrivate quei gol che consentono al Diavolo di rimanere in linea con l’obiettivo minimo stagionale di stabilizzarsi in zona Champions. E’ costato 20 milioni di euro e, grazie al Decreto Crescita, il suo ingaggio da 4 milioni netti ha pesato relativamente sulle casse del club: operazioni come queste, per un nazionale statunitense e che tra Borussia Dortmund e Chelsea si era imposto all’attenzione generale anche sul palcoscenico della Champions, saranno difficilmente ripetibili in futuro. In attesa di ritrovare il miglior Leao e gli applausi per le sue serpentine, il Milan si aggrappa oggi a Pulisic.