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La Juventus più brutta, i cambi e la gestione: tutte le colpe di Thiago Motta
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I CAMBI - Sottotono pure per l'allenatore, che magari sognava un altro magic moment alla Lipsia, senza pensare alla definizione stessa del "moment". Cioè: momento. Per definizione, passa in un attimo. Nel calderone degli errori di Juve-Stoccarda, a fare più scintille sono stati pure i cambi in corsa. Per certi versi, incomprensibili. Perché va bene variare con Weah e cercare le geometrie con Locatelli, così come gettare nella mischia un Cambiaso assolutamente necessario. Ma poi? Adzic. Cioè: Adzic per Vlahovic. La spiegazione - "Per tenere centrale Yildiz" - oggettivamente funziona poco. Così come Rouhi inserito e non Federico Gatti, quando c'era soltanto da tenere botta dietro, difendere il risultato. Che peccato.
DIETRO LA LAVAGNA - Così, dietro la lavagna, al pari delle difficoltà di Danilo e delle inconcludenze di Yildiz, finisce pure l'allenatore, fino a questo momento apparso quasi intoccabile e inattaccabile. Verità che qualcuno non vuole sentire: è umano pure Motta, e a prescindere dai grossi e innegabili passi in avanti fatti, continuerà a sbagliare per poi correggersi. "Dobbiamo digerire la sconfitta, migliorare e andare avanti", spiega. Digrignando quasi i denti, ma senza mostrare la rabbia. La "grandissima responsabilità mia" lo colpisce in maniera netta. Di sicuro, così non vorrà più sentirsi...
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