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Hellasmania: come un pugile suonato... ma non è ancora finita!
Un deciso e preoccupante passo indietro per la formazione di Pecchia che nelle ultime due gare aveva dato dei segnali molto incoraggianti in vista della volata finale. Una prestazione del tutto insufficiente sia nei singoli che nel contesto di squadra, arrivata contro una signora squadra, personalmente una delle migliori tre viste al Bentegodi in questa stagione. Inevitabile ottenere un risultato di questo tipo.
A preoccupare sono soprattutto alcuni vecchi vizi riaffiorati proprio quando sembravano essere stati completamente debellati. L'approccio alla gara è tornato ad essere un problema. Il gol di Cristante dopo soli 2' di gioco ha finito per condizionare l'intera partita dei gialloblù che una volta in svantaggio non riescono quasi mai a reagire raddrizzando la partita, esattamente come era successo con la Fiorentina all'andata, con la Juventus, con il Crotone e con la Roma. Un problema non di poco conto, a cui va aggiunta una sinistra predisposizione a momenti di totale blackout, come negli ultimi minuti del primo tempo quando l'Atalanta prima si è vista annullare con l'ausilio del VAR la rete di Papu Gomez e subito dopo ha guadagnato un calcio di rigore per un inutile fallo di Fares su Petagna. Tutto troppo facile per la Dea, che ha potuto passare l'intera ripresa a divertirsi, bersagliando il povero Nicolas con un'autentica pioggia di conclusioni in porta.
Comunque, nonostante la brutta prestazione, nonostante i cinque gol di scarto, nonostante problemi offensivi e amnesie difensive, non è ancora arrivato il momento di alzare bandiera bianca. Questo Verona (quello costruito da Pecchia dopo il mercato di riparazione) si regge su degli equilibri fragili e molto precari ma che comunque ci sono e che nelle scorse settimane qualche buon frutto lo hanno dato. Innanzitutto un'impostazione tattica chiara che ha modellato la formazione in base alle qualità dei giocatori presenti in rosa, con una squadra costruita per dare battaglia a centrocampo e ripartire velocemente sugli esterni. Non va poi sottovalutata la presenza di alcuni giocatori chiave come Vukovic in difesa, Romulo a centrocampo e Petkovic davanti, punti di riferimento e vere e proprie assi portanti del gioco dei gialloblù. Infine, la volontà di lottare e combattere su ogni pallone dei centrocampisti, decisiva contro Torino e Chievo e non a caso molto meno presente ieri pomeriggio con l'Atalanta. Proprio dalle prestazioni di Calvano, Buchel, Valoti o chi per loro, passeranno buona parte delle speranze di salvezza di questo Hellas.
Sì perchè nonostante la brutta sconfitta di ieri, Chievo, Spal e Crotone sono ancora tutte lì attaccate. Dopo la sosta ci sarà l'Inter a San Siro, partita complicatissima. Poi però, si aprirà una serie di partite decisive con il recupero della gara con il Benevento e le gare con Cagliari, Bologna, Sassuolo, Genoa e Spal. Il destino dei gialloblù si deciderà proprio lì. No, neppure per un pugile suonato come quello gialloblù non è ancora tempo di arrendersi.