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    Hellasmania: "Working class hero" in salsa gialloblù

    Hellasmania: "Working class hero" in salsa gialloblù

    • Nicola Corona
    "A working class hero is something to be, If you want to be a hero just follow me, If you want to be a hero well just follow me" cantava tanti anni fa John Lennon in una splendida canzone del 1970. Letteralmente, in italiano: "Bisogna essere un eroe della classe operaia, se vuoi essere un eroe seguimi e basta, se vuoi essere un eroe, beh, seguimi e basta". A diverse ore dal derby del Bentegodi che ha visto il Verona vincere una partita fondamentale in chiave salvezza, non riesco ancora a pensare a un riferimento migliore della canzone di Lennon per i gialloblù di Pecchia. 

    Si perché, anche se in un contesto completamente diverso, l'Hellas ieri sera si è davvero vestito con l'abito del "working class hero", giocando una gara di rara umiltà e abnegazione, agendo per 90' da squadra, nel senso più nobile di questa parola. Undici giocatori (anzi 14 poi con i cambi) completamente votati alla causa e pronti al sacrificio con l'obbiettivo di raggiungere un risultato poi maturato nella maniera più bella grazie alla rete di Antonio Caracciolo.

    Una prestazione solida che vale la seconda vittoria consecutiva (al Verona in Serie A non succedeva da quasi tre anni) dove tutti i giocatori scesi in campo hanno dato il loro contributo. A partire da Ferrari, sempre più a suo agio nel ruolo di terzino, e di tutta la difesa, attenta e ordinata per l'intero corso della gara. Ma meritano una menzione anche Verde, Matos e Petkovic, i giocatori d'attacco della formazione gialloblù, bravi nel mandare in crisi con rapide incursioni la difesa del Chievo e straordinari nell'aiutare la squadra ripiegando in fase difensiva. Per non parlare poi di Felicioli, al debutto dal primo minuto, concreto e determinato, piacevolissima sorpresa della serata del Bentegodi. Applausi anche per Zuculini, cuore pulsante di questo Verona e giocatore simbolo di una squadra pronta a lottare fino al triplice fischio e pure a Calvano, gregario in una squadra di gregari, ma uomo in più nel centrocampo di questo Verona. 

    Tra tutte le cose belle mostrate dal Verona ieri sera, a spiccare però è lo splendido gol in girata di Antonio Caracciolo, non esattamente un bomber d'area. Un gesto tecnico di grande coordinazione compiuto da un difensore centrale, capitano per l'occasione vista l'assenza di Romulo, in una serata aperta dal ricordo ad un altro difensore e capitano, Davide Astori, a cui il numero 12 gialloblù ha poi dedicato la rete.

    Insomma, una bellissima serata per l'Hellas e per tutti i suoi tifosi, presenti in massa ieri al Bentegodi. Una vittoria arrivata grazie allo sforzo collettivo di una squadra che tra mille difficoltà non ha mai mollato. E sotto questo aspetto i meriti di Pecchia sono innegabili. Il Verona è una squadra viva, che crede fortemente alla salvezza. Una formazione che ha saputo affrontare i tanti problemi occorsi in questa stagione facendosi "operaia", accettando la superiorità tecnica di tanti suoi avversari e giocando di conseguenza, mettendo in campo grande grinta e dedizione. Proprio quello che i tifosi gialloblù chiedevano da tempo. A ben guardare quella strofa di Lennon pare proprio perfetta per rappresentare il momento degli scaligeri e la vittoria di ieri sera. La Sud e tutti i "butei" ad incitare la squadra ad essere dei "working class hero" e a spendere fino all'ultima goccia di sudore per la maglia gialloblù. E i ragazzi di Pecchia pronti a rispondere presente. Insieme, squadra e tifoseria, unite da un unico obiettivo. Solo così l'Hellas può pensare di salvarsi in questa stagione. Lottando, partita dopo partita. 

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