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  • Gli auguri di Cragnotti: 'Questa Lazio merita di più'

    Gli auguri di Cragnotti: 'Questa Lazio merita di più'

    In occasione del 114° anniversario dalla nascita della Lazio, Radio Manà Sport ha intervistato l'ex presidente biancoceleste Sergio Cragnotti, nato anche lui il 9 gennaio. 'Il mio compleanno coincide con quello del club, un segno del destino che evidentemente si è concretizzato quando, poco più di vent'anni fa, ne divenni presidente - le sue parole -. Avevamo investito tanto in quella squadra, ma diciamo che la fame che è arrivata pian piano... I nostri progetti erano diversi: alcuni siamo riusciti a realizzarli, altri no, avendo davanti ostacoli difficilmente superabili. Penso allo stadio della Lazio, ad esempio: il modello era pronto, necessitava soltanto della scelta dell'area sulla quale costruirlo, ma non mi hanno permesso di metterlo in pratica. Ancora oggi vedo che occorre una legge specifica per dare l'autorizzazione alla costruzione degli stadi, e questa è una situazione assurda: bisogna superare delle vecchie procedure oramai fuori dal tempo'. 

    'Petkovic via dalla Lazio come Eriksson? Non scherziamo - puntualizza Cragnotti -. Lo svedese aveva raggiunto il tetto del mondo con quella squadra, e poi non ci fu né un esonero né delle dimissioni: il contratto lo si sciolse di comune accordo. Il mister aveva ottenuto il massimo alla Lazio, e mantenere quel livello per lui avrebbe comportato una grossa fatica. Pensò bene di cambiare aria, accettando le avances della Federazione inglese. Arrivò Zoff, che ancora ringrazio per la competenza e la professionalità, e con cui ero legato da un rapporto di grande amicizia. Fra Lotito e Petkovic, invece, non credo sia andata così... I rinnovi dei giocatori? Io non ho mai avuto grossi scontri di carattere economico. La nostra era una società che cresceva in quanto a risultati, e di conseguenza crescevano anche i salari dei calciatori. Del resto non si può pretendere di ottenere grandi risultati senza alti compensi. Inoltre era necessario un livellamento salariale tra i vari componenti della rosa, nel nostro caso verso l'alto, perché l'obiettivo era vincere'.

    'Oggi il momento della Lazio è abbastanza difficile, ma con l'arrivo di Reja spero che i risultati migliorino. Questo club merita molto di più per storia e bacino d'utenza. Per non restare nella mediocrità, anzi per oltrepassarla, si possono accettare anche nuove partnership: il club ne potrebbe solo giovare. Il momento più bello sotto la mia gestione? La finale di Supercoppa europea vinta a Montecarlo contro il Manchester United resta senz'altro un ricordo indelebile: ci fu un'esaltazione trionfale da parte di tifoseria e stampa. Cosa mi rimprovero? Qualche sbaglio in sede di campagna acquisti e cessioni ci può stare, ma il rammarico più grande è quello di non aver intuito il vento che soffiava intorno al pianeta Lazio. L'errore vero fu non aver capito bene il mondo che ci governava...'.

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