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  • Gli allenatori contano, ma non esageriamo: i giocatori sono sempre decisivi

    Gli allenatori contano, ma non esageriamo: i giocatori sono sempre decisivi

    • Massimo Callegari
      Massimo Callegari
    Ultimamente si parla troppo spesso di allenatori e troppo poco di calciatori. Una visione polarizzata che si spinge fino a preferire la candidatura a Pallone d'Oro di Rodri in quanto simbolo di una visione del calcio, a discapito del puro talento tecnico di Vinicius, peraltro splendidamente funzionale a risultati e trofei attraverso gol e assist. Le votazioni sono chiuse da tempo ma la tripletta in settimana al Borussia Dortmund ha legittimato ex post la sua prossima investitura a miglior calciatore del globo. In questa settimana non è stato il solo, Vinicius, a confermare quanto l'interpretazione dei calciatori e le loro qualità individuali siano imprescindibili anche per i migliori allenatori. In Barcellona-Bayern i principî di gioco elaborati da Flick per aggirare un Bayern corto e compatto sono stati sublimati dalle qualità stratosferiche di Yamal e Raphinha. Due gol del brasiliano (e pure quello del Bayern) nascono da cambi di gioco di 40-50 metri sul petto o sui piedi e da conseguenti stop perfetti, che impostano già la stoccata finale. 

    Per spezzare le reni al tenace Young Boys, Simone Inzaghi ha dovuto ricorrere ai titolari. Bastoni-Dimarco-Lautaro (tacco favoloso)-Dimarco-Thuram: il gol della vittoria è il manifesto di un'espressione tecnica superiore di giocatori simbolo dell’ultimo Scudetto. La Juventus, invece, ha pagato le assenze di calciatori di primo livello: Bremer, Koopmeiners, Nico Gonzalez. Eppure Thiago Motta ha pensato di poter superare queste contingenze andando oltre le qualità individuali degli interpreti. Ha ritenuto che il giovane, promettentissimo Adzic potesse surrogare le qualità offensive di Vlahovic. Ha pensato, anche in dieci, che il giovane Rouhi potesse essere più utile dell'esperienza di Gatti nell'assedio finale dello Stoccarda. Ha pensato, insomma che le idee potessero superare le qualità individuali dei calciatori. Ma non è e non sarà mai così e lui è il primo a saperlo, consapevole di aver costruito l'impresa del Bologna levigando calciatori di primo livello per la serie A come Calafiori, Zirkzee, Ferguson

    L'interpretazione dei calciatori, soprattutto della singola situazione, resta decisiva. La qualità individuale, la personalità, il portamento restano determinanti. Italiano è un ottimo allenatore ma con Vlahovic centravanti (17 gol in 21 partite nella prima parte della sua prima stagione a Firenze) ha trovato l’efficacia che né Cabral, né Jovic e Kouamé e nemmeno Dallinga a Bologna gli hanno successivamente garantito. Con questo carico di osservazioni ci avviciniamo all’imminente Inter-Juventus, decisiva più sul piano psicologico che della classifica, proprio come nello scorso campionato, quando l'Inter demolì le ambizioni di scudetto dei bianconeri ben più dell’1-0 finale. Per l’Inter sarà determinante l'interpretazione del ruolo di regista da parte di Zielinski e/o Barella al posto di Chalanoglu, per la Juve l’atteggiamento con cui affronterà la sfida. Nelle ultime esibizioni è sembrata ossessionata dal controllo, una quotidiana guerra con la razionalità (cit.) che sembra soffocare la creatività del suo migliore talento, Yildiz. Alla Scala del Calcio si va con testo e spartito ben preparati, ma il palcoscenico si conquista con i tenori.

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    E allora come lo spieghi il napoli ? Anno scorso atroce con Garcia e Company, Quest anno fortissi...

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