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    Giovanni Galli: 'Quando Socrates mi rispondeva in lacrime'

    Giovanni Galli: 'Quando Socrates mi rispondeva in lacrime'

    • L.C.
    Spagna, Mondiali di calcio 1982. Italia Brasile finì 3 a 2. Socrates c’era, guidava da capitano la sua squadra, con la passione di sempre. E a Giovanni Galli – presente giovedì alle Scuderie Granducali alla prima del documentario sul talento brasiliano - aveva spiegato il motivo per cui il Brasile aveva perso. «Chiesi a Socrates di dirmi perché avevano interpretato la partita in quel modo. E lui mi rispose: “Falcao entrò negli spogliatoi prima dell’inizio e propose di lasciare il gioco all’Italia, che tanto non sapeva farlo. Ma io gli risposi: noi siamo il Brasile, non possiamo lasciare agli altri il pallino del gioco”. Socrates era uno che amava ciò che faceva e ci credeva». Così, Giovanni Galli l’ex portierone della Fiorentina ha raccontato alcuni aneddoti del fenomeno brasiliano. È successo nel dibattito che ha preso vita sul palco, dopo la proiezione del documentario “Socrates uno di noi”, di Mimmo Calopresti.
    Galli, nell’anno in cui Socrates giocò alla Fiorentina divideva la stanza insieme a lui durante il ritiro. «Era una persona – ha spiegato Galli al quotidiano Il Tirreno - che amava sentirsi indipendente, era questa la sua idea di democrazia: indipendente e libero di agire nel rispetto degli altri». Il documentario di Calopresti, comincia come una sorta di ricerca dell’anima del Dottore, e delle tracce che ha lasciato per le strade di San Paolo e nella grande sede degli ultras dei Corinthis. Il documentario, proiettato per la prima volta in Italia proprio giovedì a Seravezza, sviscera tutti gli aspetti di quello che in Brasile ancora oggi è un mito. Attraverso interviste a tifosi, ex giocatori e in particolare al giornalista sportivo e amico José Carlos Amaral. Lui ha anche raccontato di quell’anno difficile alla Fiorentina, quando di notte lo chiamava piangendo.
    Il calciatore dottore morì il 4 dicembre 2011. Il giorno dopo il Corinthias giocava la sua partita decisiva per aggiudicarsi il campionato e prima dell’inizio nello stadio tutti i tifosi e i compagni di squadra fecero il suo gesto: braccio sinistro alzato al cielo e pugno chiuso. «Ho voluto far emergere la storia di un grande uomo e un grande calciatore» ha commentato Calopresti sul palco delle Scuderie. Dove doveva esserci anche Panariello, che però ha dato forfait a causa del film che sta girando proprio con Calopresti. Ma il suo amico Dino Mancino, presente al pianoforte, lo ha messo in diretta telefonica con il pubblico in sala. «Per rifarci con Calopresti – ha promesso Panariello – verremo lì a presentare il nuovo film “Uno per tutti”».
    Nonostante la non massiccia partecipazione del pubblico l’amministrazione si è dichiarata soddisfatta dell’evento. «È stata una serata interessante – ha detto Riccardo Biagi - grazie anche a Dino Mancino e Marco Bernardini che ha condotto la serata»

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