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Giorgia Meloni, cambio di casacca: da 'lazialissima' a romanista, ma sempre anti-juventina
Draghetta, ma soprattutto aquilotta. La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha sempre detto di tifare per la Roma e lo ha rimarcato negli anni ad ogni occasione utile. Tanto da definirla una «fede calcistica nota».
Eppure nelle chat di fine anni '90 in cui si faceva chiamare "la draghetta di Undernet" della squadra giallorossa Meloni parlava come dell'unica che «può perdere qualsiasi cosa ci sia da perdere» e concordava con chi la definiva «la rometta». Già, perché all'epoca la fede era tutt' altra: Meloni da giovane era una laziale sfegatata e assicurava che avrebbe per sempre tifato per i biancocelesti.
Eppure qualche anno dopo, quando nel 2015 era divenuta ormai protagonista della scena politica nazionale, su un più moderno Facebook la leader di FdI dichiarava apertamente: «Che tifo per la Roma è noto e ovviamente la mia fede calcistica non mi consente di indossare la maglia biancoceleste. Vorrà dire che per solidarietà la regalerò a mia madre che, ahimè, è tifosa della Lazio».
Era una risposta alle polemiche sollevate dal quotidiano francese Le Monde sulla scelta della Lazio di avere una maglia nera con cui giocare. Già da tempo Meloni si dichiarava romanista e, quando nel 2011 era ministra dello Sport, ai giovani che vinsero la Coppa Italia nella Lazio del calcio a 5 era arrivata a dire: «Siete l'unica Lazio che posso tifare».
Le vecchie chat mostrano la lazialità meloniana in tutto il suo vigore. «Sempre forza Lazio» scriveva a caratteri cubitali nel 2003. Tre anni prima, un certo Maury apriva la conversazione così: «Seriamente parlando, con le squadre che ci sono in Uefa solo la rometta la può perdere». Risposta della giovane Meloni: «Sono assolutamente d'accordo con te... su tutti gli obiettivi, ormai solo la Roma può perdere qualsiasi cosa ci sia da perdere»
E sempre in rete, Meloni attaccava la Juventus, tanto da essersi guadagnata il rimprovero di un utente che la definiva «antijuventina ancor prima che laziale». Lei invece spergiurava di essere "lazialissima".