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Gigi Riva, è il giorno dei funerali: Buffon in lacrime, il ricordo di Spalletti, il saluto di Cagliari
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Il giorno dell’ultimo saluto ad una leggenda del calcio italiano come Gigi Riva. Tutta Cagliari e tutto il Paese si stringono idealmente attorno alla famiglia e a chi ha vissuto la grande epopea dell’ex bomber rossoblù e della Nazionale, nella giornata in cui vengono celebrate le sue esequie. Una folla incredibile si è recata all’esterno della basilica di Bonaria, dove monsignor Giuseppe Baturi celebrerà la messa alla presenza di 650 persone. All’esterno sono stati allestiti due maxischermi per consentire a tutti coloro che sono accorsi di seguire il funerale di Rombo di Tuono, scomparso lunedì sera all’età di 79 anni per un grave malessere cardiaco.
L'ITALIA E IL CAGLIARI - In mattinata è stata chiusa la camera ardente, piazzata all’interno della Unipol Domus Arena che, secondo quanto dichiarato dal presidente del Cagliari Tommaso Giulini, presto sarà intitolato proprio a Gigi Riva. Tra coloro che non hanno potuto mancare l’opportunità di salutarlo per un’ultima volta il numero uno della FIGC Gabriele Gravina, quello del CONI Giovanni Malagò e il ministro dello Sport Andrea Abodi. Insieme alle autorità politiche, c’è pure una delegazione della Nazionale, col ct Luciano Spalletti e il team manager, un Gianluigi Buffon particolarmente commosso, in testa. Poi tanti protagonisti di quel Cagliari da favola che nel 1970 vinse l’unico scudetto della sua storia, come Beppe Tomasini, Renato Copparoni e Gigi Piras, e altri grandi ex come Daniele Conti e David Suazo, così come la squadra di oggi al gran completo. "Riva aveva qualità superiori, in un mondo che è profondamente cambiato. Questi eroi non smetteranno mai di seguirci", ha dichiarato Spalletti ai cronisti presenti.
LE SUE MAGLIE - All’esterno della chiesa di Bonaria, tante bandiere e sciarpe del Cagliari, la squadra per la quale Riva ha dedicato la sua intera carriera, dal 1963 al 1976, l’unico amore calcistico della sua vita insieme alla maglia azzurra, onorata in 42 occasioni e con un bottino di 35 gol, che lo mantengono tutt'oggi in cima alla classifica all-time dei cannonieri della nazionale italiana. E non è ovviamente una casualità che il feretro, al cui arrivo si è levato un applauso scrosciante, sia stato decorato con le due divise della sua vita e l'inconfondibile numero 11 sul retro.
L'ITALIA E IL CAGLIARI - In mattinata è stata chiusa la camera ardente, piazzata all’interno della Unipol Domus Arena che, secondo quanto dichiarato dal presidente del Cagliari Tommaso Giulini, presto sarà intitolato proprio a Gigi Riva. Tra coloro che non hanno potuto mancare l’opportunità di salutarlo per un’ultima volta il numero uno della FIGC Gabriele Gravina, quello del CONI Giovanni Malagò e il ministro dello Sport Andrea Abodi. Insieme alle autorità politiche, c’è pure una delegazione della Nazionale, col ct Luciano Spalletti e il team manager, un Gianluigi Buffon particolarmente commosso, in testa. Poi tanti protagonisti di quel Cagliari da favola che nel 1970 vinse l’unico scudetto della sua storia, come Beppe Tomasini, Renato Copparoni e Gigi Piras, e altri grandi ex come Daniele Conti e David Suazo, così come la squadra di oggi al gran completo. "Riva aveva qualità superiori, in un mondo che è profondamente cambiato. Questi eroi non smetteranno mai di seguirci", ha dichiarato Spalletti ai cronisti presenti.
LE SUE MAGLIE - All’esterno della chiesa di Bonaria, tante bandiere e sciarpe del Cagliari, la squadra per la quale Riva ha dedicato la sua intera carriera, dal 1963 al 1976, l’unico amore calcistico della sua vita insieme alla maglia azzurra, onorata in 42 occasioni e con un bottino di 35 gol, che lo mantengono tutt'oggi in cima alla classifica all-time dei cannonieri della nazionale italiana. E non è ovviamente una casualità che il feretro, al cui arrivo si è levato un applauso scrosciante, sia stato decorato con le due divise della sua vita e l'inconfondibile numero 11 sul retro.